Protesta Iraps sbarca a Bruxelles |I lavoratori si rivolgono all'UE - Live Sicilia

Protesta Iraps sbarca a Bruxelles |I lavoratori si rivolgono all’UE

La disperazione ha spinto i dipendenti dell'ente di formazione catanese a denunciare la situazione alla Commissione europea. Alla missiva ha risposto il Presidente Josè Manuel Barroso.

CATANIA – Il grido di disperazione dei dipendenti IRAPS – l’ente di formazione siciliano invischiato nella recente indagine denominata Pandora relativa all’illecita appropriazione di finanziamenti pubblici destinati alla formazione professionale – è giunto in Commissione Europea ricevendo l’ascolto del solo Presidente Josè Manuel Barroso.

L’annosa vicenda dell’ente di formazione IRAPS Onlus non sembra vedere uno spiraglio di luce, nemmeno in lontananza. La disperazione e l’impossibilità di continuare a stare immobili ha spinto i dipendenti alla denuncia che, questa volta, ha varcato i confini nazionali raggiungendo la Commissione europea. Il grave stato di disagio, che imperversa ormai da mesi, gli scioperi, i sit in, le manifestazioni collettive poco hanno giovato, infatti.

Il governo regionale è rimasto insensibile dimostrando la propria incapacità a gestire la crisi e la propria inadeguatezza ad attivare misure urgenti per sbloccare le retribuzioni arretrate per migliaia di lavoratori onesti; quegli stessi lavoratori. Proprio quei lavoratori ai quali è data la sola possibilità di scegliere, tra essere nuovi disoccupati o nuovi precari.

“I prelievi coatti dell’amministrazione regionale nei confronti degli enti formativi sono illegittimi e contrari a quanto disposto dal regolamento CE n. 1083/2006”. Sono queste le parole del commissario europeo Hahn in risposta ad un’interrogazione dell’eurodeputato Giovanni La Via. “Si tratta della violazione al diritto dell’Unione europea, ed in particolare, al regolamento recante disposizioni generali sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul fondo sociale e sul fondo di coesione. L’art. 80 dispone che gli stati membri si accertano che gli organismi responsabili dei pagamento assicurino che i beneficiari ricevano l’importo totale del contributo pubblico entro il più breve tempo nella sua integrità. Non si applica nessuna detrazione e trattenuta né alcun onere specifico con effetto equivalente che porti alla riduzione di detti importi per i beneficiari. E questa è stata la posizione più volte espressa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea”. Ciò nonostante, la  Regione e, nello specifico, gli assessorati competenti (Istruzione e Formazione Professionale, Famiglia Politiche Sociali e del Lavoro) non hanno provveduto a  darne applicazione.

Ma cosa c’entra l’Unione Europea? Fino al primo ottobre 2010 le attività dell’ente sono state sempre finanziate con fondi regionali a valere della l.r. 24/76. Successivamente, e fino al 30/09/2013, i servizi formativi hanno attinto al fondo sociale europeo e nello specifico, al PO FSE 2007/2013 Asse 1 e al PAR – FAS. A far data dal 31/5/2012, gli interventi  formativi sono stati finanziati tramite l’avviso n. 20 – percorsi formativi per  il rafforzamento dell’occupabilità e dell’adattabilità della forza lavoro  siciliana, un piano triennale del PO FSE Sicilia 2007/2013.

Andando per ordine, all’indomani dell’inchiesta giudiziaria del 14 ottobre 2013, denominata Pandora e condotta dalla Procura della Repubblica di Catania, stati messi in luce gli illeciti commessi dalla  vecchia direzione IRAPS. La conseguenza è stata, inevitabilmente, la revoca dell’accreditamento dell’Ente ed il de-finanziamento delle relative attività. L’unico aspetto che è rimasto invariato ha riguardato Il personale, che ha continuato a svolgere regolarmente il proprio lavoro.

In riferimento ai servizi formativi precedentemente svolti, non è stata ancora versata la seconda annualità pari al 20% del finanziamento né il secondo acconto pari al 30% né, infine, il saldo del 20% della terza annualità. Identica situazione quanto al pagamento degli interventi formativi, per quanto concerne l’acconto del 20% della Prima annualità dell’Avviso 20. In sintesi, a tutt’oggi, i dipendenti IRAPS devono ricevere dall’Ente ben 10 mensilità nonché il TFR. I dipendenti dell’IRAPS si sono anche mossi sul fronte regionale ma la risposta è stata la presenza di un credito vantato pari a milioni di euro per la  mancata rendicontazione di progetti passati.

La lettera, che passa in rassegna i diversi e dolorosi momenti che hanno caratterizzato la vicenda, si conclude con una presa di coscienza circa la condizione in cui versano i dipendenti IRAPS,  causa di un sistema che ha sprecato denaro pubblico e alimentato il malaffare  nella cecità. Un grido di dolore e di speranza insieme.  L’unica risposta, giunta il 30 luglio 2014, a firma di Viviane d’Udekem d’Acoz, Capo Unità Segretariato Generale della Commissione Europea, è, innanzitutto, di ringraziamento da parte del presidente Barroso che, fa sapere, che “la lettera è stata inoltrata al servizio interessato, che risponderà il più rapidamente possibile”.  L’invito, poi, a rivolgersi al direttore generale per la Politica regionale ed urbana, Walter Deffaa. Non ci resta che aspettare ma nel frattempo vorremmo capire dove sono e cosa stanno facendo i siciliani, nostri parlamentari.


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