La rivolta dei burocrati:| “Basta con i consulenti”

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12 Novembre 2011, 13:48

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La classe dirigente regionale non ci sta. E punta il dito contro il continuo ricorso ai consulenti esterni da parte della politica siciliana. Sul tavolo della trattativa, l’adeguamento contrattuale che i dirigenti aspettano ormai da anni. Nelle ultime settimane lo stato di agitazione dei burocrati dell’Isola è stato in continua crescita, al punto da arrivare adesso allo scontro diretto con la politica. I dirigenti – 2051 in tutto – si dicono anche disposti a una tregua, ma soltanto a una condizione: la politica, in cambio, deve rinunciare alla nomina di consulenti esterni. Pratica, quest’ultima, che secondo la burocrazia regionale, sarebbe aumentata negli ultimi tempi.

Apprezzamento alla proposta della classe dirigente è arrivato da Italia dei Valori, che per voce del segretario regionale Fabio Giambrone sottoscrive la disapprovazione “al ricorso continuo da parte dei componenti del governo regionale, presidente ed assessori, a consulenze esterne, con spreco di risorse pubbliche”. Secondo Giambrone bisogna invece puntare “all’utilizzazione delle professionalità tecniche, giuridiche ed economiche interne all’amministrazione regionale”.

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“Non si può non condividere l’invito, rivolto dai dirigenti regionali alla classe politica – dice l’esponente Idv – ad una maggiore responsabilità per un’azione di rigore che non può, però, penalizzare solo i dipendenti, di qualunque livello e funzione, paralizzando i contratti, anche di bienni già scaduti, e lasciando intatti privilegi e sperperi della casta”.

“La realtà è che l’amministrazione regionale, dove non esiste diritto alla carriera e valorizzazione dei meriti, rispetto a chi non fa il proprio dovere, è da tempo sottoposta ad una scientifica opera di destrutturazione, con cambi continui della normativa del settore e dei vertici politici e burocratici, siamo al quarto governo Lombardo in poco più di tre anni, per i ripetuti avvicendamenti degli assessori e dei dirigenti generali. Ciò a conferma – conclude Giambrone – che non sono gli interessi collettivi a muovere le scelte del governo regionale ma i soliti giochi di palazzo e di spartizione delle poltrone a danno dei cittadini”.

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12 Novembre 2011, 13:48

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