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La rivolta dei burocrati:| “Basta con i consulenti”

REGIONE. Idv: "Troppi giochi di palazzo"
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La classe dirigente regionale non ci sta. E punta il dito contro il continuo ricorso ai consulenti esterni da parte della politica siciliana. Sul tavolo della trattativa, l’adeguamento contrattuale che i dirigenti aspettano ormai da anni. Nelle ultime settimane lo stato di agitazione dei burocrati dell’Isola è stato in continua crescita, al punto da arrivare adesso allo scontro diretto con la politica. I dirigenti – 2051 in tutto – si dicono anche disposti a una tregua, ma soltanto a una condizione: la politica, in cambio, deve rinunciare alla nomina di consulenti esterni. Pratica, quest’ultima, che secondo la burocrazia regionale, sarebbe aumentata negli ultimi tempi.

Apprezzamento alla proposta della classe dirigente è arrivato da Italia dei Valori, che per voce del segretario regionale Fabio Giambrone sottoscrive la disapprovazione “al ricorso continuo da parte dei componenti del governo regionale, presidente ed assessori, a consulenze esterne, con spreco di risorse pubbliche”. Secondo Giambrone bisogna invece puntare “all’utilizzazione delle professionalità tecniche, giuridiche ed economiche interne all’amministrazione regionale”.

“Non si può non condividere l’invito, rivolto dai dirigenti regionali alla classe politica – dice l’esponente Idv – ad una maggiore responsabilità per un’azione di rigore che non può, però, penalizzare solo i dipendenti, di qualunque livello e funzione, paralizzando i contratti, anche di bienni già scaduti, e lasciando intatti privilegi e sperperi della casta”.

“La realtà è che l’amministrazione regionale, dove non esiste diritto alla carriera e valorizzazione dei meriti, rispetto a chi non fa il proprio dovere, è da tempo sottoposta ad una scientifica opera di destrutturazione, con cambi continui della normativa del settore e dei vertici politici e burocratici, siamo al quarto governo Lombardo in poco più di tre anni, per i ripetuti avvicendamenti degli assessori e dei dirigenti generali. Ciò a conferma – conclude Giambrone – che non sono gli interessi collettivi a muovere le scelte del governo regionale ma i soliti giochi di palazzo e di spartizione delle poltrone a danno dei cittadini”.


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