08 Maggio 2019, 11:56
2 min di lettura
Secondo il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè “dobbiamo ripensare alla riorganizzazione della sanità in Sicilia ripartendo dal settore privato che è molto efficiente ed economico rispetto al servizio sanitario pubblico. Spesso a Roma ci contestano l’alto costo del servizio di emergenza-urgenza ma non tengono conto delle difficoltà orografiche della Sicilia e, soprattutto, della carenza di infrastrutture”.
Quindi sarebbero l’impervietà del territorio – un fatto naturale – e l’insufficienza delle infrastrutture – un fatto umano – le cause di un servizio sanitario pubblico in Sicilia molto carente e nello stesso tempo i motivi che spingerebbero in direzione della sanità privata. Francamente da parte del massimo rappresentante del parlamento siciliano avremmo gradito ben altre parole rivolgendosi ai cittadini che versano tributi abbastanza salati per godere di una sanità pubblica efficiente (e buone infrastrutture), senza carenza cronica di personale, posti letto, senza sprechi e clientele.
Avremmo voluto un’assunzione di responsabilità per quanto poco le istituzioni regionali hanno fatto per venire incontro alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie per assicurare prestazioni adeguate anche nelle zone disagiate, mettere fine alle lunghe liste d’attesa, rendere i “pronto soccorso” funzionali e non dei gironi infernali, per sottrarre la sanità alle grinfie della politica scegliendo una governance dei nosocomi con criteri innovativi (non bastano le graduatorie) e assolutamente estranea ai cerchi magici di qualunque colore, immediatamente revocabile (definitivamente revocabile) a fronte di scarsi risultati o non raggiungimento degli obiettivi assegnati nei tempi assegnati.
Qui non vogliamo affatto demonizzare la sanità privata, ci mancherebbe, ha i suoi meriti, il punto è un altro e riguarda, al contrario, il necessario potenziamento della sanità pubblica. Abbiamo trattato la materia su Livesicilia ripetutamente e in ultimo con l’articolo: “Lasciate ogni speranza. La sanità siciliana”. Un compito che non sembra una priorità per il legislatore e nemmeno per il governo Musumeci – magari è un’impressione sbagliata – se l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza nella medesima occasione – la presentazione del rapporto “Ospedali e Salute 2018” dell’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) – ha assicurato che “da gennaio del 2020 non sarà più possibile tenere per le strutture private in Sicilia lo stesso budget di quindici, vent’anni fa anni fa, senza che esso sia profondamente rivisto e innovato”, ovviamente in aumento.
Presidente Miccichè, assessore Razza, al di là del budget da riservare alle strutture private probabilmente da rivedere, da voi vorremmo sentire affermare che ogni sforzo e risorsa finanziaria disponibile saranno orientati per mettere fine alle vergogne della sanità pubblica restituendo fiducia ai cittadini che pagano le tasse e a tutti gli operatori sanitari che spesso lavorano in contesti davvero difficili. E’ una questione, non secondaria, riguardante pure l’alta qualificazione medico-sanitaria che soltanto la dimensione pubblica può garantire. Del resto, è vostro dovere.
Pubblicato il
08 Maggio 2019, 11:56