22 Marzo 2015, 16:57
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PALERMO
Onorevole, qui c’è un malessere manifestato da centinaia di amministratori di Comuni, che lamentano difficoltà legate anche al rapporto con la Regione. Partito o non partito, il problema c’è ? O no?
“Io penso che i sindaci siano sicuramente la punta più avanzata dell’esposizione territoriale delle classi
Sì, ma Orlando sostiene che di fronte a questa emergenza istituzionale della Regione ci possa essere una risposta
“Noi dobbiamo uscire da questa dimensione emergenziale. Una classe politica vince se ha idee lunghe, se ha una visione, se è in grado di aggregare su una speranza, non su una protesta. Io penso che i sindaci siano una risorsa importante per far ripartire un’economia della crescita, che si basa sulla fiducia
Lei parla del bisogno di riaccendere la speranza. Pensa che queste istituzioni regionali siano in grado di farlo?
“Io credo che le istituzioni regionali facciano parte di quella congiuntura di crisi che sta vivendo la Sicilia. Non ci può essere una classe dirigente sganciata da questa sindrome del tutti contro. La maggioranza ha avuto e ha i suoi tormenti, la minoranza non mi pare che stia meglio. Troppo facile assecondare questo quadro di grande frammentazione. Ci ha provato il Movimento 5 Stelle, ma siamo ormai al Chi l’ha visto per la sua ininfluenza. Io penso invece che la sfida sia proporre la crescita. Mi piacerebbe che i sindaci ponessero una sfida: se la Regione ha difficoltà coi fondi europei, ci pensiamo noi a programmarli”.
Ma se i Comuni non hanno una lira per fare l’ordinaria amministrazione
“Mettiamoci d’accordo. Se vogliamo cambiare le cose dobbiamo evitare il deja vu. Io so che i Comuni hanno tante difficoltà ma dobbiamo essere in grado di fare scelte. Se dobbiamo continuare
Insomma, lei con l’Anci vuole dialogare. Nel frattempo rischia di ritrovarsela, in Sicilia, come un partito politico…
“Trasformare l’Anci in un partito, anzi nel partitino di qualcuno, la indebolirebbe. I sindaci sono una grande risorsa e devono essere i testimonial della speranza. Stiamo affrontando in queste
Sì, ma non c’è anche un problema dell’Assemblea? Sull’acqua si discute da due anni. Sulle Province finalmente ne state venendo a capo dopo un anno e mezzo. Sui rifiuti non ne parliamo nemmeno…
“L’Assemblea ha mille responsabilità
E lei pensa che questo accada ancora oggi? Che ancora adesso si vogliano favorire le discariche?
“Che il modello delle discariche sia attrattivo è certo. Ricordo che in Sicilia su quattro grandi discariche, tre sono sequestrate per mafia. È il più grande affare finanziario che gira attorno alla Regione. Parliamo di duecento milioni, e con margini enormi. Questi soldi servono a comprare tutto. A influenzare l’opinione pubblica, attraverso l’informazione con manovre di lobby. E poi c’è la corruzione… Sono costi che pagano i cittadini. Qualche
E parliamo di speranza…
“Bisogna fare uscire questa Regione dalla liturgia della protesta. Il partito di cui ha bisogno la Sicilia è quello di una speranza nuova. Spesso chi si propone in termini di cambiare tutto è perché non vuole cambiare nulla. Ma solo prendere il posto di altri. Come si dice, levati tu ca mi ci mettu io. E a proposito di Ars, mi faccia dire una cosa”.
Prego.
“Fino a oggi le leggi che avranno avuto maggiore incidenza sulla vita dei siciliani sono la legge sui diritti civili, che è all’avanguardia, e dall’altro lato, se la faremo la riforma delle province, con cui avremo chiuso una stagione. Posso dire di essere uno di quelli che ci ha messo la faccia su entrambe. Mi sarebbe piaciuto lavorare più e meglio. La fase del governo del presidente
Intanto alle porte c’è la scadenza
“È chiaro che i conti sono messi male. Il punto non è che quest’anno chiuderemo il bilancio, ma il nodo è che va riformata la modalità
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22 Marzo 2015, 16:57