La strage al depuratore di Mineo: | le richieste in Corte d’Appello

di

14 Giugno 2014, 06:30

2 min di lettura

CATANIA. Le richieste di pena sono state avanzate dal pm Sabina Gambino al termine della requisitoria del processo di secondo grado in corso di svolgimento a Catania. Il pubblico ministero ha chiesto 6 anni per il titolare della ditta, Salvatore Carfì; 5 anni e 6 mesi per il capo cantiere Salvatore La Cognata; 4 anni per il responsabile dell’ufficio tecnico Marcello Zampino; 4 anni per l’addetto al depuratore Antonino Catalano; 3 anni e 8 mesi per l’ex assessore comunale ai lavori pubblici, Giuseppe Mirata; 3 anni al responsabile dell’ufficio prevenzioni Giuseppe Virzì.

Il processo in questione è quello della “strage” del depuratore di Mineo che si celebra dinanzi ai giudici della Terza Sezione della Corte d’Appello etnea. Era l’11 giugno del 2008 quando all’interno della enorme vasca in alluminio del depuratore trovarono la morte a causa delle micidiali esalazioni tossiche che non lasciarono scampo, sei persone. Una tragedia che scosse e indignò non soltanto Mineo: una vicenda che a sei anni esatti di distanza grida ancora giustizia. Vale la pena, a tal proposito, ricordare i nomi delle vittime, quattro dipendenti comunali e due operai della ditta specializzata del settore: Giuseppe Zaccaria, 47 anni, Natale Sofia, 37, Giuseppe Palumbo, 57, Natale Giovanni Sofia, 37, Salvatore Tumino, 47, e Salvatore Smecca, 47. “Sono morti abbracciati uno con l’altro, quasi certamente nel tentativo di salvarsi a vicenda”, riportarono le cronache del tempo.

Articoli Correlati

Il 26 novembre del 2012 il Tribunale di Caltagirone aveva, in prima istanza, comminato condanne già per 17 anni e 6 mesi: secondo l’ipotesi d’accusa, condensata in 16 capi di imputazione, l’istruttoria dibattimentale ha dimostrato come “l’inadeguata gestione manutentiva del depuratore e lo sversamento di idrocarburi all’interno del pozzetto di raccolta fanghi” sarebbero stati il mix dalla quale è scaturita la tragedia. Oggi, come detto, il processo di secondo grado che dovrà tentare di scrivere un’altra pagina di verità su una vicenda tremenda per la quale i familiari delle vittime non avranno modo di darsi mai pace.

Pubblicato il

14 Giugno 2014, 06:30

Condividi sui social