L'accusa di calunnia a Ciancimino | Vizio di forma: tutto da rifare - Live Sicilia

L’accusa di calunnia a Ciancimino | Vizio di forma: tutto da rifare

Ciancimino è accusato di calunnia aggravata ai danni dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro e del funzionario del Sisde Lorenzo Narracci: l'avviso di conclusione delle indagini è stato notificato solo a uno dei due legali dell'indagato. Venerdì l'interrogatorio sui soldi.

caltanissetta
di
2 min di lettura

CALTANISSETTA – Il gup di Caltanissetta ha dichiarato nulla la richiesta di rinvio a giudizio fatta dalla Procura nei confronti di Massimo Ciancimino, accusato di calunnia aggravata ai danni dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro e del funzionario del Sisde Lorenzo Narracci e di rivelazione di segreto d’ufficio. La nullità deriva dal fatto che l’avviso di conclusione delle indagini e’ stato notificato solo a uno dei due legali dell’indagato. L’udienza preliminare che doveva decidere il rinvio a giudizio di Ciancimino, fissata per oggi, e’ dunque saltata e gli atti sono tornati alla procura che dovrà rinotificare l’avviso.

Ciancimino è accusato di avere calunniato Narracci indicandolo come il personaggio che dal 1992 al 2000 avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra il padre, l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, il capomafia Bernardo Provenzano e altri boss e il fantomatico signor Franco, lo 007 dal testimone indicato come personaggio chiave della trattativa Stato-mafia. Ciancimino inoltre avrebbe calunniato Degennaro accusandolo di aver dato informazioni riservate al conte Romolo Vaselli affinchè questi le girasse a Vito Ciancimino. Entrambe le calunnie sono aggravate dall’avere agevolato la mafia. Il figlio dell’ex sindaco infine avrebbe rivelato ai giornalisti notizie coperte dal segreto istruttorio. Narracci, difeso dall’avvocato Roberto La Forgia, era presente in aula.

Venerdì l’interrogatorio a Palermo
E’ stato fissato a venerdì l’interrogatorio nel corso del quale Massimo Ciancimino fornirà ai pm di Palermo indicazioni sul conto corrente estero sul quale sono depositati 12 milioni di euro. Un gesto di disponibilità verso gli inquirenti annunciato dal figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo “per dimostrare – ha spiegato – che la sua collaborazione con la giustizia non è finalizzata a preservare il suo patrimonio”. “Se mi sarà dato il modo farò rientrare io stesso il denaro in Italia evitando rogatorie”, ha annunciato nei giorni scorsi, precisando che si tratta di denaro appartenente alla madre e risalente al periodo precedente l’entrata in vigore della legge sulle confische dei beni.

(Fonte ANSA)

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI