08 Aprile 2021, 23:00
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CATANIA – Quello che gli investigatori stanno tentato di capire è se Biagio Di Grazia conoscesse il sicario che ha sparato il colpo che lo ha ferito al collo. L’agguato è stato organizzato sotto casa del 52enne che è ricoverato nel reparto di Rianimazione del Garibaldi.
La polizia scientifica, all’altezza del civico 45 di via Gaetano Di Giovanni a Monte Po, ha trovato diversi bossoli. Non è ancora chiaro se Di Grazia stesse rientrando a casa, visto l’orario serale, oppure fosse uscito proprio per andare incontro a quello che poi si è trasformato nel suo potenziale killer. Ma forse gli investigatori, che mantengono il massimo riserbo sulle indagini, hanno già risposto a questi interrogativi grazie alle varie testimonianze che sono state raccolte a partire già da ieri sera. Un’inchiesta che dunque si dirama su due direttrici, quella tecnico-scientifica e quella puramente investigativa. Ed è su questa linea che i poliziotti della Squadra Mobile stanno scavando sulle frequentazioni della vittima allo scopo di poter arrivare a un possibile movente. Movente che ha scatenato il tentato omicidio.
Biagio Di Grazia ha diversi precedenti penali per reati contro il patrimonio e nel 2012, violando la sorveglianza speciale, è stato beccato in auto senza patente. Molti anni fa è stato coinvolto in un blitz antimafia. Il nome del 52enne è nei faldoni dell’inchiesta Plutone del 2007. Ma i legami criminali alla famiglia Santapaola risalirebbero agli anni 90 e i primi anni 2000. Insomma parliamo di almeno 20 anni fa. I pentiti parlavano di lui come un uomo vicino al gruppo Santapaola di Monte Po.
In un verbale di Antonino Pelleriti, finito nell’ordinanza, emerge una parentela mafiosa di peso. “È il cugino di Francesco Di Grazia”, raccontava. Franco u Sfasciu è un boss storico della famiglia catanese di Cosa nostra. Un mafioso che ha retto le fila a Monte Po, nella storica roccaforte mafiosa di Cosa nostra dove hanno militato Natale Di Raimondo (poi diventato pentito) e Turi Pappalardo (ucciso). Il nome di Francesco Di Grazia è recentemente tornato attuale. È stato infatti coinvolto nell’inchiesta Thor per diversi omicidi: Roberto Pistone, ucciso a Catania l’8 maggio 1992, Francesco Lo Moro, ammazzato a Valcorrente il 7 giugno 1994, Nicola Cirincione, freddato a Camporotondo Etneo il 4 ottobre 1990, Salvatore Montauro, torturato e soffocato a Valcorrente il 10 luglio 1991, Luigi Abate, condannato a morte il 2 gennaio 1992, Antonio Furnò, strangolato a Valcorrente il 13 settembre 1990.
La verità è che prima di sparare al cugino di Franco u Sfasciu a Monte Po ci si pensa due volte. Ed è anche per questo che il movente del tentato omicidio potrebbe essere lontano dalle dinamiche della criminalità organizzata. Ma c’è da dire che Biagio Di Grazia, dopo l’operazione Plutone, non è rimasto impantanato in altre inchieste antimafia. Non solo Santapaola, ma nemmeno altri clan. Non bisogna dimenticare che Monte Po è storicamente il fortino dei fratelli Strano, che nel 2009 hanno deciso di ‘creare un’allenza mafiosa” con Sebastiano Lo Giudice, capomafia dei Cappello-Bonaccorsi di Catania. I poliziotti, al momento, non hanno una pista privilegiata. E stanno setacciando contatti e frequentazioni alla ricerca di un possibile movente che abbia scatenato la reazione di fuoco.
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08 Aprile 2021, 23:00