L’architetto e i pentiti: | “Era legato ai boss”

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22 Marzo 2010, 16:38

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L’architetto è molto conosciuto, anche e soprattutto, tra i collaboratori di giustizia. Una conoscenza datata nel tempo. A cominciare dal 1998, quando di lui parla Isidoro Cracolici, uomo d’onore di Tommaso Natale. Già allora viene fuori la vicenda del cantiere di via Fabio Besta. Una cinquantina di villette da costruire su un terreno appartenuto al padre di Marcello Trapani, l’avvocato dei Lo Piccolo che si è messo al servizio dei boss. I Lo Piccolo si sono goduti lo spettacolo di veder crescere, mattone su mattone, le villette che si affacciavano sull’autolavaggio dei boss di San Lorenzo. “C’è una grossa costruzione che devono fare qui –  spiega il pentito che inserisce Liga tra i fiancheggiatori di Cosa nostra -. C’è questo architetto Liga Pino, Pino Liga, stanno facendo una grossa,  molti appartamenti in cooperativa e già i terreni diciamo che ci sono, sono già in uno stato molto, molto avanzato, e tutto, e tutto, tutta questa situazione la sta gestendo questo, il Liga, il Liga Pino, diciamo la mente,  mente finanziaria, qualche cosa del genere”.

Il "pizzino" che fa riferimento a "013", per gli inquirenti Giuseppe Liga

E Liga, secondo il pentito, avrebbe messo mano al portafogli. Un’estorsione “pulita” come la definisce Cracolici. Un lasciapassare per fare soldi: “L’architetto mi ha dato 5 milioni e mi ha detto: faglieli avere a chi sa lei, parlando per il Lo Piccolo, per il Lo Piccolo”. A quel primo contatto ne sarebbero seguiti altri. I rapporti tra il professionista e il boss, ben presto, si sarebbero estesi oltre l’edilizia per sconfinare nella politica. Di politica, infatti, si sarebbe parlato in un faccia a faccia di cui Cracolici fa il resoconto: “Siccome questo Liga forse nel Movimento, questo Movimento Cristiano Lavoratori era forse un pezzo grosso, abbiamo fatto questo appuntamento con l’architetto e Lo Piccolo lo ha convinto di dimettersi e, ma lui non si voleva dimettere, diceva: no, no, ma perché mi devo dimettere, perché ci deve andare, ci deve andare qualche altro al mio posto, perché io che fa, ho mancato? Io di qua, io di là… e dopo… dopo un altro incontro il Lo Piccolo si c’è messo a muso duro e gli ha detto: ti devi dimettere e basta. E si è dimesso”.

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Di recente, si sono aggiunte anche le dichiarazioni di Francesco Franzese reggente del mandamento di Partanna Mondello. Persona di fiducia dei Lo Piccolo che, senza esitazione, mette a verbale: “So che l’architetto Liga era in rapporto con Sandro Lo Piccolo. Non so dire se fossero soci ma erano amici, erano vicini. Una volta Sandro Lo Piccolo mi disse di rivolgermi a Liga per farmi fare dei lavori parlai con Liga dicendo chi mi raccomandava. Io andai da Liga per conto di Sandro Lo Piccolo e glielo dissi. Lo Piccolo in quel periodo era già latitante e dunque posso ritenere che Liga fosse una persona di cui si fidava”.

Passano gli anni e il legame tra Lo Piccolo e Liga diventa sempre più forte. Tanto che Franzese, il 6 dicembre 2007 definisce il professionista come il punto di riferimento dei Lo Piccolo per una sfilza di lavori edili. E così, quando Franzese ebbe bisogno di inserire la ditta di un amico in un cantiere, Sandro Lo Piccolo lo indirizzò da Liga: “No, no, perché,  le dico perché ho detto Liga. Perché una volta… pure… sempre libero ero io, quando ancora… parliamo sempre da giugno 2006 in poi, non ricordo precisamente il periodo. Ci fu, se non ricordo male… no, ricordo bene, fu per un lavoro al Palazzo Gamma, alle spalle di Palazzo Gamma. La mia conoscenza con l’architetto Liga è soltanto questa, nel senso che questo lavoro… gli scavi…  il lavoro di… il lavoro preciso non so che cosa era, comunque era alle spalle di Palazzo Gamma. Si commentò che il lavoro di scavo… eravamo io, Sandro, c’era pure Adamo, non… però si parlava così, c’era mio compare pure, Nino Pipitone. Si commentò che questo lavoro lo doveva fare, lo scavo glielo facevano fare a Aiello, a Fanuzzo Aiello, Epifanio, diciamo, perché aveva bisogno, era…  ha avuto difficoltà dopo uscito di galera, diciamo, se la passava molto male. Dice: ‘Questo lavoro lo facciamo fare a Aiello, dice, che è molto bisognoso’. Quindi ora mi.., non ricordo bene come fu, dice: ‘Mandatelo dall’architetto Liga’, però non ri… non ricordo a chi si rivolgeva oppure era lui che diceva, dice: ‘Vabbè, ora me la sbrigo io con l’architetto Liga e glielo dico io che lo deve fare'”. E siamo ai giorni nostri. Alle recenti dichiarazioni dell’avvocato Marcello Trapani. Una dozzina d’anni dopo le prime dichiarazioni di Cracolici, il penalista e pentito dice: “Liga è uomo di fiducia in assoluto dei Lo Piccolo. Al 100%”. “E a lei questo da cosa risulta?”, gli chiedono i magistrati. Risposta secca: “Spesso la signora Di Trapani (moglie di Salvatore Lo Piccolo ndr), per alcune situazioni, diceva: ‘Forse ora viene l’architetto Liga a fare questo’, ‘Forse l’architetto Liga si deve occupare di quelle vendite’. Sempre me l’ha detto. Quindi io capivo che Liga era una persona sempre legata.  Me lo disse. ‘Sai, ci sono delle persone che qua non possono esserci, io li rappresento, attenzione, non tirare col peso'”.

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22 Marzo 2010, 16:38

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