Il pentito svela il nuovo asse: "Con i politici, rapporti per estorsioni"

Il pentito svela il nuovo asse: “Con i politici, rapporti per le estorsioni”

Cosa ha detto il collaboratore Salvatore Bonanno

CATANIA – Un patto con la politica per creare i contatti con le imprese da mettere sotto estorsione, il sistema degli appalti e gli affidamenti nel settore energetico e ancora, le assunzioni dei figli “senza curriculum” e le campagne elettorali alla presenza del boss Francesco Santapaola.

Agli atti dell’operazione Pandora ci sono i verbali del pentito Salvatore Bonanno.

Il pentito Bonanno

Un affiliato di spessore, Salvatore Bonanno, che ha iniziato a collaborare dopo l’arresto nel 2017 provocando un terremoto nel gruppo di Mascalucia. Ha scelto di parlare per dare un futuro al figlio che stava per nascere, si è accusato di gravi estorsioni, di essere affiliato ai Santapaola-Ercolano.

Bonanno parla delle informazioni apprese da Vito Romeo, arrestato con l’accusa di essere un esponente di punta del clan e cognato di Pietro Cosentino, ritenuto l’anello di congiunzione tra politica e mafia, molto legato a Santi Rando e a Luca Sammartino.

I verbali e i voti al sindaco

“L’attuale Sindaco di Tremestieri Etneo di nome Santi Rando, ex poliziotto, è stato eletto, nel periodo in cui io ero detenuto, con l’appoggio di Ciccio Santapaola e Vito Romeo che hanno trovato i voti in suo favore. Uno degli assessori si chiama Nino ed è il cognato di Vito Romeo che abita, come lo stesso Vito, a Tremestieri”.

I primi nomi che fa il pentito Bonanno sono di peso, quello di Santi Rando, per esempio, finito in carcere col blitz Pandora, ha aperto il varco nel sistema dei rapporti tra criminalità organizzata e politica.

I riscontri

Le dichiarazioni del collaboratore sono state vagliate dagli investigatori alla luce delle intercettazioni. Bonanno conferma che la fonte delle sue informazioni è “Vito Romeo”, gli avrebbe riferito “che il Sindaco era stato eletto con i voti raccolti dal nostro gruppo”.

Non sa quali siano i “favori” che il sindaco avesse promesso in cambio, ma svela i retroscena di un appalto: “Vito Romeo andò a parlare con il sindaco e con il cognato assessore, fu dato incarico alla Simei, che già pagava l’estorsione in favore del nostro gruppo, per curare l’illuminazione del paese di Tremestieri Etneo”.

Il pentito parla anche di un interesse della mafia nel far affidare un appalto a una ditta “amica”, cioè la Simei, era nostro interesse che una ditta amica – dice – nel senso che già ci pagava l’estorsione, prendesse un appalto in modo che potesse pagare anche per questi nuovi introiti”. A confermare che la Simei “pagava” sarebbe stato anche un dipendente dell’azienda.

L’anello di congiunzione

Cosentino, il cognato di Romeo, finito in carcere con Rando, “approfittando del suo ruolo – continua il collaboratore- ci dava le informazioni sui costruttori cui potevamo chiedere l’estorsione indicandoci i soggetti che probabilmente avrebbero pagato e quelli invece da evitare perché ci avrebbero denunciato”.

Per le estorsioni, Bonanno acquisiva informazioni sulle potenziali vittime e, quando serviva, si rivolgeva a “Nino l’assessore” di Tremestieri Etneo, per chiedere informazioni sulle imprese da taglieggiare, come nel caso di un commerciante di prodotti cartacei. “Ma l’assessore – svela il pentito – mi disse che non era il momento giusto perché avevano già arrestato il cognato e quindi non voleva rischiare”.



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