09 Giugno 2021, 06:14
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CATANIA – Il momento di maggiore tensione arriva quando Marcello Magrì finisce dietro le sbarre. È ottobre 2016. La famiglia di Cosa nostra catanese è senza un capo operativo. Un reggente a piede libero. Rosario Lombardo, ai domiciliari per motivi di salute, ambisce a coprire “il vuoto”. Ma a prendere le redini è Antonio Tomaselli, un uomo vicino agli Ercolano, detto ‘penna bianca’. Si infiamma lo scontro interno, ma per gli uomini del Ros non ci sono dubbi: è lui a detenere la carta.
Intercettazioni e pedinamenti fotografati ricostruiscono l’ascesa criminale del boss. Fino al suo arresto nel blitz Chaos a novembre 2017. E poi la sua condanna, in primo grado, lo scorso anno. Una scalata all’interno della famiglia Santapaola-Ercolano di Tomaselli è stata al centro della requisitoria della Pg Iole Boscarino che ha analizzato i punti focali del ricorso in appello della difesa. Evidenziando che la “posizione preminente dell’imputato emerge già nel summit del 20.12.2016 nell’azienda Tortomasi. E inoltre si ha certezza – evidenzia la pg – dell’assunzione della reggenza dalla conversazione del 5.1.2017, mediante uno scambio di sms, nella quale Luca Marino (boss del gruppo di San Giovanni Galermo, ndr) chiede a Lombardo la ”carta” degli introiti e degli stipendi”.
Inoltre per la magistrata sono “emblematiche” della posizione di vertice di Tomaselli le “riunioni” a cui partecipa per risolvere questioni con altri clan, in particolare i Laudani e Mazzei. La pg ha chiesto alla Corte d’Appello di confermare la condanna del gup a 16 anni e 4 mesi.
Al sostituto procuratore generale il compito poi di analizzare – punto per punto – le posizioni con i relativi motivi d’appello degli imputati Carmelo Di Stefano, Corrado Monaco e Carmelo Rannesi che farebbero parte del gruppo di Lineri (frazione di Misterbianco). Distefano è il genero di Rannesi, storico esponente del clan del ‘malpassotu’ Pulvirenti. Anche per loro tre la richiesta è stata la conferma della sentenza di primo grado (Distefano 12 anni, Monaco 8 anni, Rannesi 11 anni 1 mese e 14 giorni).
Conferma anche per il paternese Carmelo Cristian Fallica (11 anni, 2 mesi e 20 giorni e 6822 euro). Sebastiano Vespa sarebbe un componente del gruppo di Cosa nostra di Palagonia. La pg ha chiesto alla Corte d’Appello di confermare la pena di 9 anni e 6 mesi inflitta dal gup. Completato così lo scacchiere della famiglia Santapaola-Ercolano: gli altri imputati sono stati al centro della requisitoria del pg Angelo Busacca che si è svolta nell’udienza precedente.
Le indagini del Ros hanno immortalato anche un momento di fortissima fibrillazione con i Mazzei. Mario Pappalardo sarebbe stato bersaglio di un tentato omicidio (l’imputato darà una versione dei fatti che però non convince la magistratura). Tomaselli cerca di risolvere la questione con la diplomazia mafiosa. E così finiscono nella rete del Ros Santo Di Benedetto, Orazio Coppola, Mario Maugeri, Angelo Di Benedetto. Quasi per tutti ha chiesto la conferma della condanna di primo grado (Santo Di Benedetto 5 anni in continuazione, Mario Maugeri 13 anni e 4 mesi
Mario Pappalardo 8 anni, Angelo Di Benedetto 6 anni 2 mesi 20 giorni e 5037 euro di multa). Tranne per Orazio Coppola: per la pg merita accoglimento il motivo d’appello della difesa sul riconoscimento della continuazione con altra sentenza nel calcolo della pena. E così Boscarino ha chiesto la condanna a 18 anni, 1 mese e 10 giorni in continuazione con altra sentenza. Infine per il collaboratore Alessandro Caruso ha chiesto di riformare la pena comminata dal giudice per le udienze preliminari a 1 anno 9 mesi e 10 giorni e 1383 euro di multa.
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09 Giugno 2021, 06:14