21 Luglio 2020, 11:30
3 min di lettura
MESSINA – Il gip di Messina ha archiviato l’inchiesta bis sull’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, nata dopo che la commissione regionale antimafia aveva chiesto s’indagasse ancora facendo “tre ipotesi”, tra cui una che ipotizzava una “messinscena”. Lo scrivono alcuni siti di quotidiani on line. Il gip accogliendo la richiesta del sostituto della Dda Fabrizio Monaco, bolla le tesi dell’organo regionale come “pure elucubrazioni mentali non corroborate da alcun dato probatorio”; e afferma poi che “la conclusione raggiunta dalla Commissione (ossia che l’ipotesi dell’attentato mafioso sia la meno plausibile) appare preconcetta e comunque non supportata da alcun dato probatorio”.
Nel concludere il decreto di archiviazione, il gip scrive ancora come “le contestazioni mosse dalla Commissione non abbiano fornito utili o nuovi spunti investigativi, limitandosi ad introdurre la suggestione che non si sia trattato di un attentato quantomeno con modalità mafiose, o addirittura che l’attentato fosse una messinscena”, … la maggior parte delle criticità sollevate dalla Commissione hanno trovato una giustificazione ragionevole e comunque sostenibile”. (ANSA)
“Proprio nel giorno della mia audizione a Roma presso l’antimafia nazionale, la procura di Messina fa sapere, e il Gip ribadisce, che non ci si sposta di una virgola dalle precedenti conclusioni. Il supplemento di indagine compiuto in questi mesi consisterebbe nella lettura della nostra relazione e delle relative audizioni. Punto. Resto allibito della leggerezza e dalla gravità di ciò che scrive il Gip, accusando la commissione antimafia di “elucubrazioni” e di “illazioni sul coinvolgimento di Antoci nel falso attentato”: se avesse letto la nostra relazione, il giudice avrebbe visto che scriviamo esattamente il contrario, indicando Antoci come vittima inconsapevole in ogni caso.Comincio a credere, anche per la reazione provocatoria e scomposta di alcuni senatori oggi in antimafia nazionale, che abbiamo toccato fili scoperti. E in quella rigida chiesa in cui si è ormai trasformata l’antimafia in Italia, non cantare messa con gli altri ma proporre dubbi e formulare domande è un peccato imperdonabile”.
Lo dichiara Claudio Fava, presidente della commissione antimafia dell’Assemblea regionale siciliana.
“Ringrazio la DDA di Messina – dichiara Giuseppe Antoci – con a capo il Procuratore Maurizio De Lucia e i suoi Sostituti per il lavoro che stanno portando avanti, certo che arriveranno anche ad assicurare alla giustizia gli autori dell’attentato mafioso subìto da me e dagli uomini della mia scorta”.
“Ringrazio il Gip Eugenio Fiorentino che ha emesso, da giudice terzo, la prima archiviazione nella quale e stato ricostruito minuziosamente l’attentato. Ringrazio il Gip Simona Finocchiaro, ulteriore giudice terzo, che ha messo la parola fine ad una vergognosa aggressioni subìta dalla Magistratura, dalle Forze dell’Ordine, da me e dalla mia famiglia,
esponendomi ad ulteriori rischi. È stato un atto vergognoso”. Antoci si augura le dimissioni di Fava dalla presidenza dell’Antimafia “per un atto di dignità e coscienza”.
Oggi in audizione Antimafia Fava è stato sentito e c’è stato una forte presa di posizione da parte di diversi parlamentari intervenuti contro la relazione della Commissione Siciliana. Durissimo il capogruppo del PD Senatore Franco Mirabelli: “Bisognerebbe chiedere scusa ad Antoci, ai poliziotti che sono stati accusati di non aver fatto quello che hanno dichiarato…
bisognerebbe chiedere scusa perché di fronte a tre sentenze dobbiamo rispondere, perché c’è un tema di credibilità delle Istituzioni, di credibilità di chi combatte la mafia… sono stupito del fatto che il Presidente Fava venga qui e ci dica che ha ragione lui”. Molto duri anche i commenti di altri parlamentari durante l’audizione. A difendere Fava è stato il capogruppo di Italia Viva all’Ars Nicola D’Agostino, membro della commissione firmataria della relazione oggetto delle critiche dei magistrati.
Pubblicato il
21 Luglio 2020, 11:30