Laurea e master fantasma| Annullata la condanna di Lo Nigro

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27 Aprile 2017, 06:30

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PALERMO – Il curriculum era falso, ma la millantata laurea non serviva per ricoprire l’incarico. Così ha sostenuto la difesa. Il processo è da rifare. La Cassazione annulla con rinvio la condanna di Gaspare Lo Nigro, detto Rino, a due anni e quattro mesi per falso e truffa. L’ex dirigente dell’assessorato regionale al Lavoro, nonché direttore generale dell’Agenzia dell’impiego, dichiarò di essere in possesso di una laurea e di un master alla Bocconi senza averli mai conseguiti.

Non è l’unica grana giudiziaria per Lo Nigro che nell’ottobre scorso è stato condannato a 3 anni e sei mesi per corruzione nel processo sullo scandalo Ciapi. I pm lo piazzano nel sistema che avrebbe ruotato attorno alla figura del manager della pubblicità Faustino Giacchetto. Il prezzo della corruzione per Lo Nigro sarebbe stato di 70 mila euro. Giacchetto avrebbe coperto i costi per la pubblicazione di un volume su palazzo Vernaci, edificio storico di Altofonte, firmato dell’ex burocrate regionale e finanziato la sponsorizzazione della squadra di calcio del paese in provincia di Palermo. Accuse che entrambi hanno sempre respinto.

Nel processo su cui si è ora pronunciata la Cassazione a Lo Nigro veniva contestato di avere ricoperto il ruolo di dirigente generale esterno alla Regione per sei mesi nel 2010 senza averne i requisiti. Per accedere al concorso, infatti, Lo Nigro aveva inviato alla Presidenza della Regione il curriculum, datato 28 dicembre 2009, in cui attestava falsamente di avere la laurea in giurisprudenza e il master in gestione delle risorse umane, entrambi conseguiti alla Bocconi di Milano. E così ottenne l’incarico per sei mesi retribuito con 93 mila euro.

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L'avvocato Marcello Montalbano

Il suo legale, l’avvocato Marcello Montalbano (per la sola parte amministrativa la difesa è stata curata da Massimiliano Mangano) ha sostenuto che i titoli di studio dichiarati erano ininfluenti ai fini dell’incarico. Insomma, non servivano. Bisognerà aspettare la motivazione per essere certi che sia passata questa tesi. La sentenza annullata prevedeva anche la confisca di 93 mila euro e un risarcimento danni in favore della Regione di 140 mila euro.  

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27 Aprile 2017, 06:30

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