Le accuse di Mediterranea | “Salvini voleva il nostro scalpo”

di

07 Luglio 2019, 12:36

2 min di lettura

“Chi dice che quel gommone non era in difficoltà, dovrebbe venire a vedere con i suoi occhi: come si fa a essere così cinici?”. Così la portavoce della Ong Mediterranea, Alessandra Sciurba, in conferenza stampa. “Vorrei che vi trovaste davanti a un gommone con 50 persone con bambini, alcuni piccolissimi, e dire ‘Non ci sono problemi’. Quando dovremmo intervenire? Come si può essere così cinici e crudeli pur di fare propaganda politica?”. “Il problema era dimostrare quanto si era forti: siamo stati lasciati tante ore sotto i miasmi, è stata una vera vessazione. Ci siamo chiesti se siamo ancora in un Stato di diritto. Abbiamo violato un decreto incostituzionale e lo abbiamo fatto per stato di necessità. Ci sono governi che non si danno più un limite nella legittimità dei valori costituzionali”, ha concluso Sciurba.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti, che si è svolta all’ingresso del molo Favaloro dove si trova il veliero della Ong che da ieri sera è sotto sequestro, i rappresentanti di Mediterranea hanno replicato punto su punto alle dichiarazioni di Salvini sostenendo di avere subito accettato la proposta di portare i 59 migranti a Malta, purché venissero rispettate le condizioni di sicurezza per tutte le persone a bordo.

A cominciare dal loro trasbordo sulle motovedette italiane o maltesi. “Ci è stato risposto – ha spiegato  il il capo missione del veliero Alex, Erasmo Palazzotto, in conferenza stampa a Lampedusa – che 7 di loro dovevano restare a bordo della nostra imbarcazione e che prima di entrare in acque territoriali maltesi sarebbe stato effettuato nuovamente il trasbordo di tutti i migranti sulla Alex, una barca che può navigare con un numero massimo di 18 persone costretta ad averne 70 in spregio a qualunque norma di sicurezza. Ci sono le telefonate e le mail con Mrcc di Malta e Roma che testimoniano tutto ciò. La verità è che siamo stati messi nelle condizioni di potere dire solo no”. Il capo missione ha poi spiegato di avere preso la decisione di entrare in porto a Lampedusa quando ormai a bordo vi era una “emergenza sanitaria” e una situazione insostenibile dal punto di vista igienico, con gli unici due bagno fuori uso.

Articoli Correlati

“Non abbiamo rifiutato cibo e acqua dalla Guardia costiera, abbiamo preso le prime scorte e abbiamo chiesto di riempire i serbatoi d’acqua ma la Guardia costiera ci ha mandato altre 200 bottiglie d’acqua che non avrebbero fatto funzionare i servizi igienici che erano solo 2 per 60 persone; le bottiglie sarebbero state un ingombro a bordo, la nave era già instabile”, ha detto Palazzotto. “Più volte abbiamo chiesto acqua dolce per far funzionare i servizi igienici: ci hanno mandato bottigliette inutili allo scopo e che non sapevamo dove stivare”, ha aggiunto.

“Noi dobbiamo tornare in mare immediatamente. Non abbiamo alcuna intenzione di fermarci”, ha detto Sciurba. “Le persone che abbiamo salvato – ha aggiunto – ci hanno chiesta cosa ci succedera’, ma noi non abbiamo paura. Vogliamo continuare a denunciare che i trafficanti vengono pagati due volte, direttamente dai migranti e indirettamente dal governo italiano con le sue politiche”.

Pubblicato il

07 Luglio 2019, 12:36

Condividi sui social