“Le primarie si faranno al 50%| Ma diciamo no ad alleanze allargate”

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24 Dicembre 2011, 01:27

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Le primarie restano un rebus. Neanche l’incontro tenutosi ieri pomeriggio, presso i locali della casa editrice Navarra, è riuscito a mettere tutti d’accordo. Presenti i movimenti e le associazioni dei cartelli “Per Palermo è ora” e “Palermo più” e i quattro candidati finora in campo (Ninni Terminelli, Antonella Monastra, Davide Faraone e Rita Borsellino); assenti Fabrizio Ferrandelli, l’Idv e la Federazione della Sinistra, solo una fugace apparizione per i Verdi. Gli unici partiti presenti erano i Radicali e Sel, il cui segretario provinciale Sergio Lima considera però un errore “non aver invitato il Pd”. E sulle probabilità che le primarie possano tenersi in tempi brevi, ammette: “C’è il 50% delle possibilità”.

Come mai non c’era anche il Pd?
“Perché non è stato invitato, e lo considero un errore”.

Qual è stato l’esito dell’incontro?
“I soggetti presenti hanno tutti ribadito che le primarie sono uno strumento importante, anzi fondamentale. E nessuno si tira indietro rispetto a questo. Rimangono però i nodi politici: non ci sono in questo momento le condizioni per arrivare rapidamente a un tavolo politico del centrosinistra che fissi regole certe e date, insomma un percorso chiaro”.

Quindi non è andato proprio bene…
“Le primarie ad oggi rimangono un’opzione che i candidati, intervenuti di persona, e Sel vogliono si concretizzi, fatti salvi i nodi di carattere politico. C’è comunque la volontà di farle”.

Sì, ma ormai è Natale e non vi siete ancora messi d’accordo: riuscirete a farcela?
“La partita si giocherà durante le vacanze, ci saranno nuovi momenti di riflessioni e di incontro che serviranno ad avvicinare le posizioni sul tema fondamentale che al momento è sul tavolo: qual è il ruolo delle primarie. Per il Pd dovrebbero servire per risolvere i nodi politici e quindi rischiano di ridursi a una scelta fra chi vuole l’alleanza allargata al Terzo polo e chi no, ma in questo non c’è alcuna traccia di una discussione programmatica, sui contenuti. Per noi, invece, servono a definire i caratteri della coalizione del centrosinistra, e cioè che tipo di coalizione deve uscire dalle primarie. Se dobbiamo ridurle a strumento per i problemi interni al Pd, rischiamo di svilirle correndo un rischio assai pericoloso: uno scontro alle primarie fra ceti politici, che non farà altro che scontentare il popolo del centrosinistra, che non è interessato al tema delle alleanze ma che piuttosto ha a cuore il futuro della città e cosa abbiamo intenzione di fare in questo senso”.

Come giudica l’atteggiamento dell’Idv?
“Condivido il merito di alcune osservazioni, ma non la scelta che hanno fatto. Condivido gran parte degli elementi che portano all’attenzione, ma era più utile partecipare. Al primo turno ci vuole il centrosinistra vero, quindi con il Pd e l’Idv: non si può rinunciare a qualche pezzo. Le primarie dovrebbero servire a questo: noi di Sel siamo nati con le primarie, non ne abbiamo paura. Non rinunceremo mai a questo strumento. Ma il Pd propone un’altra cosa, ovvero che le primarie contemplino posizioni politiche che non potrei mai sostenere”.

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E se si candida Beppe Lumia, fautore di un’alleanza con Raffaele Lonbardo?
“Il punto è proprio questo: non possiamo partecipare a primarie in cui esiste l’opzione politica di un’alleanza con il Terzo polo. La linea politica di un partito la stabilisce il congresso. Anche Giuseppe Lupo è stato eletto ad un congresso proprio su questo tema, promettendo di non allargare al Terzo polo. Ma sono cose che si decidono in un congresso, non posso chiedere agli elettori di Sel di discutere di qualcosa di cui si è già discusso nel partito. Ovvero di allearsi con soggetti come Lombardo, che secondo lo statuto del Pd neanche potrebbe iscriversi al Partito Democratico”.

Ma insomma, le fate queste primarie?
“Io sono ottimista, al di là di quello che fanno i partiti: il popolo ci imporrà le primarie, appartengono all’elettorato di centrosinistra, non ai partiti. Ma il popolo vuole scegliere quale tipo di centrosinistra avere, vuole indicarne le caratteristiche, non vuole scegliere fra il centrosinistra e un’altra cosa. Comunque c’è il 50% delle possibilità che le primarie si facciano”.

Qualora non si facessero e correste tutti al primo turno, voi chi sosterreste?
“Ci riconosciamo nel profilo politico di Rita Borsellino, una scelta non legata alla persona o, come qualcuno dice, al simbolo. Rita incarna elementi che sono nel dna di Sel, un patrimonio comune del centrosinistra: da sempre avversa l’innaturale alleanza alla Regione, finora è stata l’unica a provare a discutere di programmi, di contenuti, dell’idea che abbiamo per Palermo. Insomma, incarna il nostro spirito”.

Ma se andate divisi, il centrosinistra non rischia di perdere elezioni vinte già in partenza?
“Le elezioni vinte in partenza non esistono, è una forzatura. Vinci se offri un progetto alternativo e credibile alla città. Se andiamo spacchettati, con una pletora di candidati al primo turno, tutti saranno responsabili di aver fallito. Gli elettori del centrosinistra staranno a casa e sarà peggio che far vincere il centrodestra. Mi immaginavo questa fase, proprio questo periodo a ridosso del Natale, come un momento di grande rivincita, in cui si discutesse di proposte su Palermo. Ho visto come si è fatto a Milano, sognavo lo stesso entusiasmo anche qui. Il popolo del centrosinistra che doveva essere entusiasta di partecipare alla riconquista della città dopo 10 anni di buio, si trova con un vuoto totale”.

Ma il centrosinistra esiste ancora?
“Le faccio un esempio. I temi fondamentali dei prossimi anni saranno i piani urbanistici, il modello di sviluppo e le società partecipate, vere macchine succhia-soldi. Le delibere su questi temi in consiglio comunale sono state innumerevoli, ma non ce n’è una votata allo stesso modo da Pd, Idv e Un’Altra Storia. I gruppi sono spaccati perfino al loro interno. Qui discutiamo del Terzo polo e non abbiamo ancora chiaro cosa sia il centrosinistra. Sul piano regolatore del porto, per esempio: che idea ha questo centrosinistra della città? Non lo so nemmeno io che sono un segretario di partito, non ho mai avuto un momento per discutere di questa cosa con gli alleati. Quindi basta parlare di primarie in quanto tali, ma cominciamo a confrontarci sullo sviluppo di Palermo. E allora le primarie le faremo al 100%”.

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24 Dicembre 2011, 01:27

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