“Le strade non uccidono | Ma l’imprudenza è letale”

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15 Giugno 2009, 18:26

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Incidenti quotidiani. Spesso mortali. Le strade siciliane teatro di tragedie dell’assurdo. Scontri che non risparmiamo nessuno. Colpendo a occhi chiusi, nella ruota girata “dal caso”, bambini e anziani, donne in dolce attesa, giovani pieni di speranza. La Palermo-Agrigento, la Palermo-Sciacca, l’autostrada che conduce a Mazara del Vallo, la Caltanissetta-Gela. La statale 121, la 115, la A29, numeri che si confondono con la conta delle vittime, con la costatazione delle loro età spezzate.
“Ma non sono le strade a uccidere. Sono gli uomini”. Ne è convinto Michele La Fortezza,   comandante del compartimento Sicilia Occidentale della Polizia stradale. Secondo il dirigente della Polstrada, in molti casi, di fronte a incidenti dalle conseguenze molto gravi, c’è un motivo banale, evitabile.

Comandante, si può parlare di emergenza-incidenti in Sicilia?
“Io credo proprio di no. Anzi, i dati ufficiali confermano un calo degli incidenti, soprattutto quelli mortali. Un trend che va avanti da circa cinque anni e che è dovuto, principalmente, al giro di vite determinato da alcune norme, più severe nei confronti degli automobilisti”.

Eppure, appena ieri sera l’ennesima tragedia sulla Palermo-Agrigento.
“Secondo me è cresciuta l’attenzione nei confronti di questi fatti. Specie quando questi sono emotivamente ‘forti’. Ma posso confermare che il calo degli incidenti è costante”.

Come giudica le strade dell’Isola?
“Per quanto riguarda la Sicilia Occidentale, certamente in alcuni tratti la segnaletica non è sufficiente. E anche le strade, in alcuni casi, non rispondono ai massimi standard della sicurezza. Ma questa non è una condizione siciliana. Riguarda tutta Italia. E dipende dai fondi messi a disposizione per la manutenzione”.

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Quindi non sarebbero le strade le maggiori responsabili degli incidenti.
“Non sono le strade a uccidere. Sono gli uomini. Noi ci troviamo ogni giorno di fronte a fatti tragici come quelli di cui stiamo parlando. E le cause che li determinano sono quasi sempre le stesse”.

Quali?
“Al primo posto direi le distrazioni banali. Non è un caso che un gran numero di incidenti non sono ‘autonomi’, non derivano, cioè, da scontri tra vetture, ma da uscite di strada, perdite del controllo del mezzo. Poi, ovvio, incidono fortemente le condizioni psicofisiche del conducente. Infine l’alta velocità, che, se non è decisiva per la dinamica dell’incidente, lo è sicuramente per la gravità delle conseguenze”.

Non si può negare, però, che  su alcuni tratti il numero degli incidenti è maggiore rispetto ad altri.
“Certo. Ma questo fatto non è dovuto alle condizioni della strada, bensì al traffico che passa su di questa. Su strade molto frequentate, il rischio che un incidente abbia conseguenze gravi è più alta di quelle in cui passano poche vetture. La Palermo-Agrigento, ad esempio, è una fotografia di quanto dico. Non è pericolosa la strada in sé, ma la diventa a causa del transito di un grandissimo numero di auto”.

In vista dell’estate si prevede, ovviamente, una maggiore mobilità degli automobilisti. Avete previsto piani speciali per garantire la sicurezza sulle strade?
“Noi siamo all’opera già dallo scorso week end. Il sabato e la domenica, infatti, abbiamo più uomini lungo le arterie che portano ai luoghi di ritrovo (che non sono solo le discoteche). Perché, se è vero che ‘non si muore’ solo nel fine settimana, è anche vero che quasi la metà degli incidenti fatali accadono in quei giorni”.

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15 Giugno 2009, 18:26

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