14 Aprile 2024, 07:05
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Chi si aspettava l’effetto De Rossi, che alla Roma venne, vide e vinse, è servito. Chi immaginava per il derelitto Palermo una rinascita in gloria, sotto la sapiente guida di Michele Mignani, dovrebbe riconoscere che le storie del calcio non si stampano in fotocopia.
Eugenio Corini – indicato quale origine di tutti i mali – non è più l’allenatore rosanero: ecco perché, dopo un altro ‘pareggino’ a Cosenza, latitano i capri espiatori. Non potendo prendersela con Pigliacelli, stavolta, e non essendoci più il precedente comandante in panchina, qualcuno comincia ad attaccare il successore. Calma.
In realtà, dei piccoli miglioramenti si osservano e, senza quello sciagurato calcio di rigore, intorno al gol di Buttaro (bentornato) sarebbe stato possibile costruire una vittoria toccasana. La squadra sembra più compatta, meno distante, da giocatore e giocatore, e ‘finalmente’ protagonista di partite normali.
Siamo passati dai colpi di scena coriniani, simili alle inquadrature di un film d’azione che si trasforma in horror, a una gestione più equilibrata della gara. Per il momento, lo spettacolo ricorda una commediola insipida, ma non è detto che sia un limite insuperabile. Diamo tempo al nuovo allenatore. Diamogli l’occasione di prepararsi in queste ultime sfide che hanno il gusto di una sperimentazione per la volata finale.
Il Palermo non sarà una compagnia di spartani ammazza-campionato, ma non è nemmeno qualcosa che si può butta(ro) via con giudizi trancianti. Gli ‘effetti De Rossi’ capitano una volta ogni tanto, perché la normalità è altrove. Sarà bene non dimenticarlo.
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14 Aprile 2024, 07:05