L’ex operaio, la prof con due lauree |Chi sono i siciliani al governo

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13 Settembre 2019, 11:57

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Il 5 settembre spiegava a Livesicilia che l’operazione non lo convinceva del tutto. Sembrava parecchio scettico Giancarlo Cancelleri sulla nascita del governo Conte 2 e sull’alleanza con il Pd. A proposito della quale, il grillino siciliano già candidato due volte alla presidenza della Regione, teneva subito a dire che non era scritto da nessuna parte che si dovesse replicare sui territori. D’altronde nei giorni di Rousseau, alla base che scalpitava, Cancelleri aveva detto di star tranquilli, che nulla era deciso, senza mai sbilanciarsi (proprio come il suo dante causa nazionale Luigi Di Maio) per il sì. Otto giorni dopo quell’intervista, Giancarlo Cancelleri entra nel governo che non lo convinceva del tutto come viceministro. La delega è alle Infrastrutture. Cancelleri quest’estate proprio su questo tema aveva portato avanti una campagna mediatica lamentando i ritardi della Sicilia in quest’ambito. Il ministro all’epoca era Danilo Toninelli, il preferito della satira e il meno amato da Nello Musumeci, che gli riservava bordate settimanali. Ora il dicastero è in mano alla dem Paola De Micheli, che sarà dunque affiancata da Cancelleri.

Nisseno, classe 1975, Cancelleri è geometra ed è uno dei pionieri del grillismo siciliano. Tanto da essere stato per due volte candidato alla presidenza della Regione per il Movimento, battuto da Crocetta prima e da Musumeci dopo. Deputato regionale da due legislature, dovrà adesso lasciare lo scranno all’Ars.

Come lui viceministro nel governo Conte bis anche Vito Crimi. Palermitano di Brancaccio, classe 1972, dopo il diploma si iscrisse all’università senza laurearsi. Poi si trasferì a Brescia, dove lavorava in Corte d’appello, e lì si iscrisse al Meetup di Beppe Grillo. Eletto senatore nel 2013 (aveva vinto le parlamentarie con 381 clic) , divenne capogruppo dei pentastellati a Palazzo Madama. Nel Conte I di 5 Stelle e Lega era sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria (tra le altre cose si era opposto al salvataggio di Radio Radicale), ora, nel governo di 5 Stelle e sinistra, va a fare il viceministro dell’Interno.

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Quattro i sottosegretari siciliani. Sono tutti del Movimento 5 Stelle, nessuno di Pd e Leu. Manlio Di Stefano è un palermitano classe 1981, laureato in ingegneria, lavorava a Milano quando si è avvicinato al Movimento. E in Lombardia è stato eletto alla Camera. Si è occupato di politica estera in Parlamento nella scorsa legislatura e ora va a fare il sottosegretario agli Esteri. Del 1981 è anche Alessio Villarosa, da Barcellona Pozzo di Gotto. Laureato in economia aziendale a Pisa, ha lavorato per quattro anni come operaio in una fabbrica di reti ortopediche. Poi, dopo un ruolo da responsabile nel settore carte di pagamento a Roma, ha fondato un’impresa nel settore farmaceutico. Rimane sottosegretario all’Economia come già era nel governo grilloleghista. Steni Di Piazza è un palermitano del 1957, laureato in giurisprudenza. Ha fondato la prima filiale di Banca etica a Palermo. Eletto in questa legislatura al Senato con il Movimento, diventa sottosegretario al Lavoro. Infine, Lucia Azzolina, siracusana del 1982, è laureata in filosofia e in giurisprudenza, ed è una preside. Sindacalista dell’Anief, è stata aletta deputato in Piemonte. Diventa sottosegretaria all’Istruzione.

I viceministri e sottosegretari siciliani nominati oggi vanno ad aggiungersi ai tre siciliani ministri, Nunzia Catalfo (Lavoro), Peppe Provenzano (Sud) e Alfonso Bonafede (Giustizia).

@salvotoscano1

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13 Settembre 2019, 11:57

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