"Liberare la Sicilia dalla burocrazia |Servirebbe un condono fiscale" - Live Sicilia

“Liberare la Sicilia dalla burocrazia |Servirebbe un condono fiscale”

Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc: "Non mi appassiona Salvini, spero in un centro moderato"

L'intervista
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Onorevole Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc, quanto siete soddisfatti della finanziaria regionale votata dall’Ars?

“È una manovra coraggiosa. Abbiamo spinto sull’acceleratore per fronteggiare le difficoltà della Sicilia e in particolare di quelle famiglie che si sono ritrovate povere per questa drammatica pandemia. La definirei una manovra di coraggio e di responsabilità, che ha cercato di dare delle risposte. Cercheremo adesso con la nuova legge sulla ricostruzione, che mi auguro arrivi presto in Parlamento, di attuare interventi ancora più coraggiosi”.

Lei aveva auspicato che lo Stato adottasse un condono fiscale. Resta di questa idea?

“Sì, chi non poteva pagare prima figuriamoci se può farlo adesso. D’altro canto anche i vertici del fisco hanno detto qualcosa di simile. Io penso soprattutto alle imprese. Servivano sgravi fiscali da attuare con più coraggio”.

Qual è la prossima cosa da fare?

“In Sicilia stiamo mettendo mano alla legge sulla sburocratizzazione. La farraginosità delle norme determina l’empasse a tante iniziative, si spinge l’imprenditore a mollare. La legge, primo firmatario Sammartino, l’ho firmata anch’io: stiamo cercando di portarla avanti. La gente muore anche di burocrazia, dobbiamo intervenire su tutti questi vincoli. Penso ai beni culturali, la tutela è una cosa ma la fruibilità è un’altra, non sto parlando né di sanatorie né di incipit ulteriori a uso smodato di questi beni, assolutamente no. Ma che si debba passare attraverso un iter di tre anni per un’autorizzazione nemmeno. Le leggi impongono ai burocrati di essere troppo rigidi. E su questa rigidità e lentezza si insinua la malavita, il malaffare che sa approfittarne. Poi, oltre che sulle leggi, bisogna intervenire anche sul tessuto burocratico”.

Senta, siamo a metà legislatura e il centrodestra continua a parlare di propositi, continua a parlare al futuro. Ma questa prima di legislatura è stata un tempo perso?

“Siamo stati stoppati dalle opposizioni. Mi riferisco alla legge sui rifiuti, per esempio. Abbiamo fatto un egregio lavoro in commissione, siamo arrivati in aula con una legge strategica che puntava su impianti pubblici per evitare ai privati di speculare. Cos’è accaduto in Aula? Che al primo articolo la legge si è impantanata su voto segreto, che ha fatto naufragare tutto. Il presidente ha ragione sul voto segreto…”.

Mi scusi, ma se la legge si è impantanata sul voto segreto, è perché nella vostra maggioranza sono mancati i voti.

“La maggioranza non c’è, lo ha sempre detto il presidente”.

Anche questa è un’affermazione su cui si può discutere, visto che poi i numeri per votare le finanziarie li avete.

“Guardi, nei rifiuti ci sono stakeholder, e forse ci sono ambienti della coalizione che sono sensibili alle loro ragioni. Ma a proposito di quanto mi chiedeva, noi non solo vogliamo fare, noi abbiamo già fatto. Un solo sacchetto di rifiuti non è uscito dalla Sicilia. Abbiamo costruito un sistema che permette ai siciliani di non sborsare più denaro in questo settore. Ora dipende dalla coscienza dei deputati. Ci vuole sinergia tra governo e parlamento”.

La prole rivolte dal presidente Musumeci in aula all’onorevole Sammartino secondo lei aiutano queste sinergie?

“Nemmeno io ho apprezzato le parole del presidente. L’Aula del Parlamento è il luogo sacro della istituzione democratica dove i cittadini devono esprimersi attraverso i loro deputati. Se un deputato dovrà rispondere a un’altra aula, lo farà in quell’aula. Però capisco l’esasperazione dell’uomo. Musumeci è stato tra virgolette eroico nell’affrontare con piglio e decisionismo questa pandemia. Il presidente Sammartino sa fare bene il suo lavoro, non è un pivellino, dovrebbe capire il momento. Poi io non condivido le parole del presidente ma capisco la sua indignazione, perché è soggetto a uno stress indicibile in questa pandemia”.

Diciamo che la tensione palpabile rende complicata la collaborazione tra maggioranza e opposizioni?

“Le opposizioni devono smetterla di fare i duri e puri, producono emendamenti che vengono accolti, non è vero che non si dà ascolto alle opposizioni. Guardi, io ero deputato nella legislatura 2001-2006 e le dico che un certo linguaggio allora non esisteva, parole volgari come ”marchetta” non si pronunciavano in Aula”.

L’Udc nel confronto sul rimpasto ha difeso i suoi due assessori, Turano e Pierobon. Siete dunque soddisfatti per come è andata a finire?

“Noi siamo sempre stati dell’idea che il governo è stato fin dall’inizio composto sia da politici sia da tecnici. Mi viene in mente il compianto assessore Tusa, insostituibile. Pierobon è uno dei tecnici più stimati in Italia. Mimmo Turano ha una storia politica, è stato più volte assessore, non avevano motivo di chiedere cambi. Ricordiamoci da cosa veniamo: il governo Crocetta è una macchia per la Sicilia, persino peggiore dei governi interrotti per altre ragioni. Ha consegnato uno spaccato della politica deteriore, dove gli affari si facevano nascosti dalla bandiera dell’integrità morale. Ha cambiato sessanta assessori quel presidente della Regione, una vergogna. I danni fatti con lo smantellamento delle province non cesseranno per anni, quell’accordo maledetto chiuso a danno della Sicilia di contribuzione alla finanza pubblica, ne portiamo ancora i segni. Pierobon è intervenuto in un settore dove c’era corruzione e caos”.

Che mi dice del ritorno dell’onorevole Bulla, che vi aveva lasciato per la Lega?

“C’è stato un momento di sofferenza di cui qualcuno ha approfittato sapendo della sua mitezza: Bulla è una persona perbene. Ha manifestato un momento di inquietudine ed è poi tornato a casa dove ha i propri amici, i veri amici”.

Di recente avete avanzato una proposta sul turismo, di cosa si tratta?

“Una nostra iniziativa come gruppo per rilanciare il turismo in Sicilia, pagare a spese del sistema sanitario regionale il tampone a chi vuole venire in Sicilia. È una delle cose da fare”.

Il vostro partito, l’Udc, di recente ha collaborato strettamente con Forza Italia. Per il futuro voi pensate sempre a una vostra presenza nel centrodestra a guida leghista?

“Io le posso esprimere la mia personale opinione. Cesa non è interessato a visioni di passato, ma io credo che in Italia ci sia la volontà di recuperare un’area moderata, che è quella che si astiene dal voto. Chi urla ha manifestato la sua inadeguatezza. L’Udc guarda all’opportunità di essere centrale in un disegno centrista. Io non sono appassionata né di Sallvini né della Lega. Non solo e non tanto perché sono siciliana e non devo dimenticare quanto siano stati aggressivi e razzisti contro di noi. Però i siciliani hanno dato il voto a Salvini alle ultime Europee. E questo è un dato. Il presidente Musumeci è un uomo di destra ed è molto rispettoso degli accordi quindi non va attaccato certo per aver dato spazio alla Lega nel governo. Poi io personalmente non apprezzo il liderismo e la cultura del capo, che hanno trasformato i cittadini in pecore, in branco. Io vengo da un’altra cultura. Oggi si passa dall’odio razziale verso i meridionali all’odio razziale dei meridionali verso chi sta più a sud di noi. Il populismo antieuropeista dei 5 Stelle e il populismo sovranista di Salvini a me sembrano cose simili. Spero in un centro moderato”.

 


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