21 Aprile 2018, 06:24
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Vorrei scrivere qualcosa a proposito della vicenda dei disabili siciliani, dei fondi per la loro assistenza, promessi, stanziati, mai erogati E vorrei scrivere qualcosa anche a proposito di quel padre di 73 anni che prima ha ucciso la sua figlia di 44, disabile dalla nascita, e poi si è sparato. Anzi, su questa vicenda, più che qualcosa, vorrei (e potrei) scrivere un trattato. I due temi si incontrano, si intrecciano.
Ma non lo farò. Mi annoia, mi scoccia, semplicemente mi “abbutta”, come si dice alle nostre latitudini. E credo, temo, di sapere pure il perché. Il fatto è che non sono più interessato, perché ora, ora che non sono più nella scena e che sono un semplice spettatore, posso guardare il “film” comodamente seduto in un confortevole divano. Si, leggo sempre le notizie sul tema. Ma credo che il mio sia solo un riflesso pavloviano. Questione di tempo e passerà. In termini crudi, non sono fatti miei. Non lo sono più, come è accaduto fino a ieri.
Perché la verità, quella vera, è che quello della disabilità, è un problema che riguarda e interessa solo chi ce l’ha. Ebbasta.
Succede anche quando qualcuno muore, o incappa in qualche disgrazia. Certo che ci dispiace, ma a morire è stato quello, e la disgrazia riguarda solo l’altro. Un flash (uno) di solidarietà ed empatia. Poi ci rallegriamo che non sia toccato a noi. In fondo non sono così diverso dai politici che si occupano dei disabili. Solo che loro non si scorticano. Sono bravi. Fanno leggi su leggi, circolari, osservatori permanenti, commissioni, tavoli tecnici, consulte, stanziamento di fondi, capitoli di spesa. Ma è tutta una finta. E’ tutta una scena. Per dirla alla Brian De Palma, solo chiacchiere e distintivo. I problemi sono solo di chi ce li ha. Ebbasta.
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21 Aprile 2018, 06:24