Bellolampo, il rogo è doloso| Spenti tutti i focolai

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01 Luglio 2012, 09:47

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“Possiamo assicurare ai cittadini che le fiamme sono state estinte e che il fumo è solo vapore acqueo, dovuto alle attività di raffreddamento che ancora in queste ore i vigili del fuoco e la protezione civile (tramite i canadair) stanno facendo”. A fare il punto sull’incendio che ha avvolto la discarica di Bellolampo, è l’assessore comunale alle Partecipate, Cesare Lapiana, che precisa: “Per poter procedere alla copertura con terra delle zone bruciate (tramite lavoro manuale e mezzi meccanici) è indispensabile che il terreno venga raffreddato e questo richiede i getti d’acqua che stanno continuando in queste ore.

E’ ovvio – aggiunge – che questo vapore continuerà per alcuni giorni perché sono milioni i litri d’acqua utilizzati per spegnere l’incendio nelle vasche e i rifiuti hanno raggiunto temperature altissime. Per quanto riguarda i rischi di inquinamento, le autorità preposte al controllo (l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) e il nucleo NCBR dei vigili del fuoco hanno effettuato da domenica a stamattina decine di campionamenti dell’aria e dei terreni, non solo a Bellolampo ma anche in aree della provincia verso le quali si sono spinti i fumi dell’incendio. Tutti i dati escluso il rischio di inquinamento da diossina, perché per fortuna il vento ha disperso la concentrazione dei fumi. Infine – conclude l’assessore – per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, via via che gli autocompattatori vengono svuotati nelle discariche alternative individuate dalla protezione civile, la raccolta sta riprendendo in tutta la città.

Bellolampo resterà comunque chiusa per alcuni giorni e questo determinerà un possibile rallentamento della raccolta dovuto alla maggiore distanza delle altre discariche individuate. Nel frattempo, la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta per incendio doloso. Dai primi rilievi finiti sul tavolo del procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e del sostituto Calogero Ferrara emerge che le fiamme sono divampate in due punti diversi della quinta vasca. Qualcuno, dunque, le ha appiccate. Il resto lo hanno fatto le altre temperature, l’infiammabilità dei rifiuti e, soprattutto, il fatto che la discarica sia priva di un impianto anticendio. Fattore che, assieme ad altri, ha fatto ipotizzare, in passato come ora, la necessità di chiudere la discarica.

 

 

 

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01 Luglio 2012, 09:47

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