L’incidente di Sacchitello | Migliorano le condizioni di Fabrizio

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20 Giugno 2014, 14:59

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PALERMO – E’ trascorsa quasi una settimana da quando la sua vita è stata stravolta. In un colpo solo un destino crudele ha strappato dalle sue braccia le persone sulle quali si fondava ormai la sua esistenza, la moglie e la loro dolce bambina di due anni. Fabrizio Geraci, 41 anni, è ancora su un lettino dell’ospedale di Villa Sofia. Si trova lì da quel terribile pomeriggio di domenica, quando la Nissan Qashqai che stava guidando è precipitata dal viadotto Sacchitello, nella zona di Enna, sull’autostrada A19 Palermo-Catania.

Accanto a lui, in quel momento, c’era Enza Potestio, 39 anni. Sul sedile posteriore, sul seggiolino, la piccola Sofia. Erano partiti da Cefalù, alle porte di Palermo. Vivevano nella cittadina normanna da un po’ di tempo, una zona in cui li conoscevano tutti. Enza, nata a Petralia Sottana, giovane avvocato, giocava per la squadra di softball di Polizzi e aveva una casa a Castellana Sicula.

Fabrizio, originario di Alimena, è invece un dipendente del San Raffaele Giglio di Cefalù: i suoi colleghi negli ultimi giorni si sono recati più volte a Villa Sofia sperando di rivedere i suoi occhi aperti. Così come i suoi parenti e gli amici più cari. Il marito di Enza Potestio è infatti rimasto miracolosamente vivo dopo quel tragico volo che sarebbe stato provocato dall’impatto con un’auto uscita fuori strada: trasportato con l’elisoccorso in ospedale aveva riportato un edema cerebrale molto diffuso e lesioni polmonari.

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Da sei giorni i medici del nosocomio palermitano lo tengono sotto stretta osservazione e dal Trauma center l’hanno trasferito nel reparto di Rianimazione, dove si trova in coma farmacologico con prognosi riservata. Le sue condizioni restano gravi, ma la speranza che migliorino non si spegne. “Geraci è ancora sedato – spiegano dall’ospedale – ma i parametri vitali sono buoni, la ventilazione è migliorata e c’è stabilità emodinamica”. Insomma, un cauto ottimismo quello dei medici, che potrebbe ripagare l’attesa fiduciosa di chi, dietro quella porta della Rianimazione, attende tra le lacrime un cenno di Fabrizio. Un segnale di evidente miglioramento che possa farlo tornare tra le braccia dei suoi cari.

“E’ un uomo splendido – dice Mario Piazza, un ex compagno di scuola – legato da un amore raro alla sua famiglia d’origine e a quella che aveva realizzato con Enza. Il suo era un sogno che si era realizzato, si amavano molto”. Una favola senza lieto fine: l’incidente di domenica non ha solo distrutto una famiglia, ma spezzato l’amore tra due giovani che con la nascita della figlia avevano realizzato un importante progetto di vita. “In questi giorni preghiamo perché Fabrizio si svegli, ma quando succederà, l’impatto con realtà sarà durissimo. Avrà bisogno di tanta gente che gli vuole bene vicino”.

I suoi genitori non si sono mai mossi dall’ospedale. Il padre Raffaele e la madre Carmela hanno salutato per l’ultima volta, martedì, la loro nuora e la loro nipotina. Poi sono tornati in ospedale da Fabrizio. Si abbracciano, si danno coraggio ogni giorno. Cercano la forza per andare avanti ed accogliere quanto prima con un sorriso il figlio, al suo risveglio. “Non perdiamo le speranze – prosegue l’amico – cerchiamo anche noi di confortare la famiglia, ma non è semplice. E’ una tragedia per la quale le parole non bastano”.

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20 Giugno 2014, 14:59

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