27 Aprile 2020, 08:33
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L’Italia riparte con il decreto firmato ieri sera dal premier Giuseppe Conte ma con prudenza e gradualità per evitare una ripresa dei contagi. Oggi riaprono i cantieri pubblici e le aziende votate all’export, ma la vera fase 2 scatterà il 4 maggio, con una maggiore libertà di movimento nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Solo allora riaprirà la maggior parte delle attività produttive, ma i negozi dovranno attendere il 18 maggio, parrucchieri ed estetisti l’inizio di giugno.
Chi si è trovato lontano da casa al momento del lockdown potrà farvi ritorno e si potrà far visita ai parenti, ma senza essere in troppi. Gli spostamenti tra regioni andranno comunque giustificati. Dal 4 maggio bar e ristoranti potranno vendere cibo da asporto, riapriranno i parchi e si potrà fare sport anche lontano da casa. Mascherine obbligatorie su tutti i mezzi pubblici e ovunque non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza.
EDILIZIA
Ripartono subito le attività produttive e industriali votate all’export e i cantieri per carceri, scuole, presidi sanitari, case popolari e per la difesa dal dissesto idrogeologico. Nei cantieri si dovrà rispettare un protocollo che prevede: misurazione della temperatura, accesso contingentato a mense e spogliatoi, pulizia giornaliera e sanificazione periodica delle aree comuni.
CANTIERI PRIVATI
Dal 4 maggio partono tutte le attività di manifattura, il commercio all’ingrosso e i cantieri privati. Da oggi però si possono sistemare gli ambienti di lavoro per farsi trovare pronti.
TAKE AWAY
Sempre dal 4 maggio si potrà comprare cibo da asporto da consumare rigorosamente a casa o in ufficio. Niente assembramenti dunque davanti al locali di ristoro.
SPORT
Si potrà praticare anche lontano da casa, a condizione che resti sempre un’attività individuale. Dal 4 maggio via libera anche ad allenamenti dei professionisti per le discipline individuali. Per gli sport di squadra, come il calcio, ancora più prudenza. Gli allenamenti dovrebbero ripartire il 18 maggio, ma non c’è ancora l’ufficialità.
PARCHI PUBBLICI
Dal 4 maggio sarà previsto l’accesso nelle aree verdi pubbliche ma solo a numero limitato. Resteranno chiuse le aree per i bambini.
NEGOZI, PARRUCCHIERI, RISTORANTI, MUSEI
Il commercio al dettaglio ripartirà il 18 maggio. Si ragionerà su orari diversificati fra le varie attività commerciali per evitare che ci sia troppa gente in giro contemporaneamente. Parrucchieri ed estetisti dovranno aspettare ancora. Per loro il ritorno al lavoro è fissato per il primo giugno. Stessa cosa per i ristoranti che dovranno attenersi ad una serie di regole: un metro di distanza tra i tavoli, porte di ingresso e uscita differenziate, pagamenti preferibilmente digitali al tavolo, pulizia e sanificazione. I musei riapriranno il 18 maggio.
SPOSTAMENTI
Dal 4 maggio sarà possibile far visita ai parenti, ma non saranno permesse le riunioni e le feste in famiglia. Sono consentiti, infatti, solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie; in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.
FUNERALI
Restano in vigore i divieti per le funzioni religiose. Niente messe. Dal 4 maggio saranno permessi soltanto i funerali, ma con a presenza di un numero massimo di 15 persone.
SCUOLA
La scuola riprenderà a settembre. Si svolgeranno gli esami di maturità, ma le modalità restano da chiarire.
Leggi minuto per minuto tutti gli aggiornamenti sull’emergenza Coronavirus in Sicilia:
FINE DELLA DIRETTA DI LIVESICILIA
19.50 – “Il dibattito incentrato sulla data di apertura di alcune attività commerciali mi sembra del tutto fuorviante. Ci sono migliaia di imprese per le quali il problema non è più quando riaprire, ma piuttosto se sarà possibile riaprire”. Lo afferma il sindaco Leoluca Orlando. “Credo che a molti sfugga la vastità e la profondità del danno strutturale che il blocco totale di alcune attività economiche ha determinato. – aggiunge – Ci sono imprenditori che non hanno incassato un euro per quasi due mesi durante i quali hanno dato fondo a tutti i propri risparmi; ci sono imprese che anche con una riapertura parziale e scaglionata non potranno sostenere le spese vive di gestione”. Quello che serve è un piano complessivo per l’economica che non sia un semplice calendario di aperture, né, tanto meno, una lista della spesa dove si aggiungono soluzioni parziali e non risolutive. Occorre un piano nazionale e regionale per il sostegno alle imprese, che unisca provvedimenti diretti – come i finanziamenti a fondo perduto – ed indiretti – come gli sgravi o le esenzioni fiscali, per le quali occorre però trovare forme di compensazione per le minori entrate dei Comuni, a loro volta a rischio di bancarotta e di non poter garantire servizi essenziali”, aggiunge. “Per questo abbiamo chiesto come Anci che arrivi quanto prima un nuovo Dpcm e per questo chiediamo con forza di interloquire col Governo regionale perché per tutte le misure allo studio sia fortel’interlocuzione – dice – gli Enti locali nell’ottica della collaborazione istituzionale e della visione d’insieme. Fermo restando che occorre riaprire al più presto possibile tutte le attività in cui potranno essere garantite le condizioni di sicurezza e prevenzione, credo però che senza una visione strategica la nostra economia non si riprenderà facilmente da questa crisi”.
18.48 – Il coordinamento per l’emergenza coronavirus nell’area metropolitana di Messina informa che presso l’ospedale “Cutroni Zodda” di Barcellona, dove si trovava ricoverata, è deceduta una donna di 82 anni, già affetta da gravi patologie, risultata positiva al Covid-19. Dall’inizio dell’emergenza, a Messina e provincia, sono pertanto 48 in totale i decessi di persone affette da coronavirus. In città e provincia le guarigioni complessive dal Covid-19 di pazienti precedentemente ricoverati rimangono 83, si è però registrata una nuova dimissione. Il dato complessivo dei guariti, contando anche quei pazienti che erano in isolamento domiciliare, sale invece a 109.
18.41 – Tornano a salire i contagiati in Sicilia
18.21 – I vescovi siciliani in campo contro il Dpcm
18.07 – “Insieme a tanti italiani ho provato grande delusione a rileggere il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che di fatto rinvia qualunque sostanziale misura per fare ripartire le attività commerciali e produttive, lasciando senza prospettiva i piccoli e medi imprenditori che speravano con le dovute cautele in una ripresa”. Lo afferma il sindaco di Catania, Salvo Pogliese. “Il Governo – aggiunge – non si è assunto la responsabilità di prendere atto della sostanziale diversità dei dati statistici del contagio tra le Regioni del Nord e quelle del Sud, trattando confusamente allo stesso modo situazioni ben diverse, visto che la Sicilia, grazie a Dio, ha avuto un impatto minore con il virus, per esempio rispetto alla Lombardia o all’Emilia Romagna, zone in cui la severità imposta forse poteva avere un senso. Nell’isola, infatti, seppure l’indice di contagio è ormai prossimo allo zero, bar e ristoranti, ma anche parrucchieri ed estetisti e altri titolari di piccole attività, dovranno aspettare ancora un mese per poter rialzare la china, aumentando il disagio economico di un tessuto imprenditoriale e occupazionale già devastato come quello siciliano. A fronte di tale palese disattenzione – sostiene Pogliese – i sindaci sono ancora una volta lasciati con il cerino in mano, senza chiare direttive, sulla trincea dei bisogni dei cittadini, che si sarebbero aspettati ben altra attenzione dal Governo. Rinnoviamo all’esecutivo nazionale, con il senso di responsabilità necessario, l’appello a una maggiore incisività e a tenere conto delle oggettive differenti condizioni territoriali dei malati Covid, approntando misure che tengano conto degli effettivi bisogni locali, senza le prescrizioni confuse e contraddittorie raccontate in Tv, per evitare che – conclude il sindaco di Catania – disagio economico e sociale delle zone più fragili come la Sicilia, diventi drammatico e, speriamo mai, persino incontrollabile”.
17.56 – Siracusa, la denuncia di alcuni medici: “Ancora promiscuità all’Umberto I”
16.00 – Migliora il quadro dei contagiati all’Oasi di Troina
13.45 – “Questa apertura a rate che ci è stata propinata a chi è utile? Perché se il 70% dei contagi sono ancora concentrati su 3 regioni del Nord, dobbiamo applicare le medesime restrizioni in tutta Italia? Sono solidale ai nostri amici del Nord, però non è logico tenere il territorio italiano in libertà vigilata. Oggi su Facebook farò delle controproposte”. Lo afferma il sindaco di Messina, Cateno De Luca.
“Stesse regole in tutta Italia? Io proporrò una differenziazione territoriale”
13.00 – A oggi, l’Inps ha ricevuto dalla Regione siciliana solo 519 decreti per la Cassa integrazione in deroga, per un totale di 1.230 lavoratori interessati. I lavoratori per i quali è stata richiesta la Cassa integrazione a marzo sono stati quasi 140mila. I primi decreti sono arrivati all’Inps solo la settimana scorsa. Quanto alla cassa integrazione ordinaria, le domande pervenute all’Inps in Sicilia sono 19.293, quelle autorizzate 17.083. Sono stati disposti pagamenti per quasi 28mila lavoratori. In pagamento anche 277mila bonus da 600 euro per gli autonomi.
12.30 – Due negozi di abbigliamento per bambini abusivi, una pasticceria e una macelleria aperte al pubblico. Sono le irregolarità accertate lo scorso fine settimana e il 25 aprile da carabinieri del Nas di Palermo e della compagnia di San Lorenzo durante controlli del rispetto delle ordinanze anti Covid-19. fossero rispettare. Due negozi per bambini, che possono aprire come disposto dal governo nazionale, erano abusivi e sono stati chiusi. Serrande abbassate per alcuni giorni a una pasticceria trovata aperta al pubblico a Monreale (Pa) e una macelleria in piazza Ingastone a Palermo. Tutti i casi sono stati segnalati alle autorità competenti, compresa la Camera di commercio.
12.00 – Il maresciallo dei carabinieri, in servizio ad Agrigento ma residente a Favara (Ag) che era stato contagiato da Covid-19, dopo un mese e 10 giorni di ricovero al reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta è guarito. “E’ in ottime condizioni di salute, ma osserverà precauzionalmente – hanno reso noto dal comando provinciale dell’Arma di Agrigento – un altro periodo di riposo, prima di riprendere regolare servizio”.
11.45 – Barbieri e centri estetici chiusi fino al primo giugno. La delusione della categoria: “Le chiacchiere stanno a zero. Con tutto il garbo e il rispetto che bisogna sempre avere per i nostri rappresentanti istituzionali non posso non constatare che ieri sera abbiano sentito, ancora una volta, tante belle parole e nessuna soluzione per chi ha chiuso la proprie attività e non la riaprirà mai più”. È profondamente amareggiato Nunzio Reina, responsabile nazionale “Barberie Immagine e Benessere” di Confesercenti e presidente dell’Area Produzione Confesercenti.
11.10 – l cimitero di Modica non riaprirà oggi come aveva annunciato nei giorni scorsi il sindaco Ignazio Abbate. Un’ordinanza che era stata stigmatizzata dagli altri sindaci dei comuni. Il primo cittadino spiega la decisione col fatto che “ieri 12 cittadini si trovano in quarantena domiciliare perché venuti a contatto con un soggetto di Ragusa positivo al Covid 19”. “Con grande rammarico – scrive sulla sua pagina Facebook Ignazio Abbate – visti i casi potenziali sul territorio modicano, mi vedo costretto a rallentare le operazioni di ritorno alla normalità, a cominciare dal cimitero. Fino a quando non avremo notizie certe circa l’esito dei tamponi, il cimitero resterà chiuso”
10.45 – Drammatici i dati sull’economia in Sicilia durante l’emergenza sanitaria: Sono oltre 788.000 le famiglie siciliane che hanno visto calare il proprio reddito a causa del Covid-19; questa una delle evidenze emerse dall’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat. Andando più nello specifico, il 15% dei rispondenti, pari a circa 218.000 nuclei familiari, ha visto sparire oltre il 50% del reddito familiare, mentre il 10%, corrispondente a più di 145 mila famiglie, ha addirittura perso il 100% delle entrate.
10.30 – “Io sono contrario alla mobilità extra-regionale, dal Nord era arrivata la proposta dell’apertura verso altre regioni, ma c’è stato un no di De Luca e mio. Noi siamo riusciti a ridurre la diffusione del virus perché abbiamo ridotto del 94% la mobilità ordinaria in Sicilia”. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, in un’intervista alla Stampa in cui sottolinea: “La logica dei numeri non deve farci perdere di vista che l’emergenza continua e continuerà per diverso tempo. Diremo ‘liberi tutti” solo quando sarà trovato il vaccino”.
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27 Aprile 2020, 08:33