Liverani, il triste ritorno di un genio

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11 Aprile 2011, 11:16

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Fabio Liverani ha indossato le sue pantofole magiche e ha mostrato al mondo come si possa giocare a pallone senza correre. E’ una vecchia e gloriosa scuola di pensieri. Bochini, talento argentino che Maradona chiamava maestro, disse di Cruyff ancora giovane: “E’ bravo, però ha la tendenza a correre troppo”. Bo-Bo-Bochini (questo era il coro dei suoi amanti sugli spalti, raccontato splendidamente da Jorge Valdano) “aveva la testa spelacchiata come un campetto di periferia”, scrive Valdano. Fabio è calvo. Il pensiero del genio incendia i capelli. E regala bellezza.

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Azione del primo gol. Fabio riceve il pallone. Non guarda. Non ha bisogno. Sa. Apertura d’esterno verso Balzaretti che crossa per il tocco di Kurtic. Per improvvisare quell’apertura ci vuole la polvere fatata nei garretti. E Fabio ce l’ha. Poi, ha giocato una onesta partita, intristita dal finale. Ma sarebbe bastato quel solo miracolo per riempire di petardi e colore la domenica.

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11 Aprile 2011, 11:16

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