Lo stupore della normalità

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18 Febbraio 2016, 15:39

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Pochi giorni addietro tutti gli organi di stampa, su carta e on-line, hanno pubblicato una foto di Mario Monti – senatore a vita ed ex presidente del Consiglio – seduto sui gradini di una scala d’ospedale. Monti aveva accanto una sacca professionale e scriveva sopra una cartella porta-documenti; accanto si notava una bottiglietta d’acqua minerale, indice di un’attesa che si riteneva non breve. La foto (non un selfie) ha destato molta curiosità, in quanto la personalità attendeva nel nosocomio, in una posizione disagiata, che alla moglie fossero effettuate alcune prestazioni medico-sanitarie. Soprattutto attendeva con tranquillità le lunghe trafile burocratiche. Una personalità che aspetta con pazienza. Tema che appassiona il pubblico di social-media. La curiosità che diviene stupore. Quella che dovrebbe essere normalità, intesa come una devianza antropologica.

Si infrangono costumi consolidati: raccomandazioni, furbizie e astuzie, ostentazione del potere con contorno di auto pubbliche blu, accompagnatori e stridore di gomme. La raccomandazione, nella nostra bella e cara Italia, è prassi antichissima. Il grande Cicerone ha dettato in un suo libro – che costituisce una sorta di manuale – il modello della raccomandazione. Si costituisce di fatto una specie di associazione di mutuo soccorso. Per scavalcare i turni, per non pagare il ticket, per effettuare con sotterfugi esami gratuiti. La persona importante cerca raccordo con il direttore generale o il primario; la gente comune con il capo-sala, infermiere o portantino. Una grandeur classista, nascosta all’italiana. Una micro-illiceità molto diffusa, specie nella sanità pubblica, che diviene tara quando fa il salto di qualità e si tramuta in corruzione. Il fenomeno interessa tanti campi della vita sociale, ma nel settore nevralgico del welfare è più grave e deprecabile, per i rapporti con la vita e con la salute dei malati e cittadini.

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Il richiamo alla morale ha un suono stanco. Tuttavia è necessario non arrendersi, provando e riprovando, con l’esempio e con i fatti. Sperando che un giorno la normalità non sia più un’eccezione che sbalordisce.

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18 Febbraio 2016, 15:39

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