Lucia e Palazzo d’Orleans | I sogni proibiti del PDC

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19 Agosto 2015, 19:34

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Sugli ultimi sviluppi della vicenda di Lucia Borsellino, alcuni dubbi, un po’ maliziosi, sorgono. E non riguardano lei – l’ex assessore in partenza – che pure ha commesso i suoi errori, ma che ha portato con dignità un carico difficile. I cattivi pensieri, casomai, nascono intorno alle ininterrotte speculazioni della politica, sempre disposta a sfruttare nobili cognomi, pur di ripulirsi il casellario.

Già Saro da Gela tentò l’esorcismo delle diavolerie del suo governo con l’acqua santa della figlia di un martire. E il disegno gli sarebbe anche riuscito se non fosse piombato in scena sul più bello un Tutino di troppo. Non è detto, però, che il tentativo non possa ripetersi in contesti non troppo dissimili, ad opera di altri, bisognosi di smacchiamento. Il trasferimento a Roma dell’ex assessore alla Salute – nelle suggestioni di qualche mente raffinatissima – potrebbe tessere, in principio, la trama di un futuro slogan: Lucia Borsellino a Palazzo d’Orleans.

Parrebbe quasi inverosimile, eppure, gli elementi dello schema sono tutti ravvisabili. Mossa numero uno: sottrarre Lucia alla confusione siciliana, attraversata dalle inchieste e dagli scandali di una malmessa Sanità. Mossa numero due: riportarla nelle sua sede naturale, un ruolo tecnico, di competenza e sobrietà, separandola dai riflettori per il tempo necessario. Mossa numero tre: si celebreranno, prima o poi, le mai troppo agognate elezioni siciliane. Come concorreranno il Pd e i suoi impalliditi reggitori di coda, ormai assimilati nell’immaginario popolare al Pdc (Il Partito del Chissenefrega), perenne stampella di un presidente politicamente impresentabile? Come affronteranno la cavalcata trionfale dei ragazzi a Cinque Stelle che studiano i piani di conquista del Palazzo, sulle ali dell’entusiasmo e di una regia trazzera?

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Ecco che Lucia Borsellino – ripulita dalle scorie di un’esperienza radioattiva, in virtù del soggiorno romano – sarebbe la ciambella di salvataggio adatta, per la sua storia familiare, per la sua antimafia proba, per lo strappo consumato che la porrebbe – dopo averne fatto parte – in antitesi con il Gran Circo di Saro. Uno stratagemma perfetto, un colpo micidiale all’epopea crocettiana cancellata da un antidoto covato nelle sue stesse ceneri.

Si può essere sicuri che qualche mente raffinatissima tra Pd e Ncd (il partito del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin), non ci stia pensando su? L’incarico romano cesserà alla scadenza dell’attuale governo. Il cognome ‘Borsellino’ potrebbe ancora tornare utile – nei disegni di cerchi o cerchietti magici – per l’ennesima acrobazia, per il riposizionamento delle code e dei rispettivi reggitori, nei desideri inconfessabili di un Partito del Chissenefrega travolto dalla disperata necessità di un colpo di spugna. Solo una speranza resiste contro la politica che ha eletto l’inverosimile a proprio domicilio: Lucia non accetterebbe mai.

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19 Agosto 2015, 19:34

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