L’ultimo giorno di D’Agata|alla Procura di Catania

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27 Febbraio 2011, 11:50

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Volge al termine l’incarico di procuratore capo a Catania per Vincenzo D’Agata, che raggiunti i 75 anni, va  in pensione ufficialmente oggi, chiudendo dietro di sè anni di duro lavoro, veleni e polemiche.

L’ultima riguarda l’archiviazione, di cui si è occupato il free press Sud, della posizione del sindaco del comune etneo Raffaele Stancanelli, coinvolto nell’inchiesta riguardante i servizi sociali a Catania. Il procuratore D’Agata avrebbe così chiesto al gip l’archiviazione di Stancanelli attraverso un atto composto da una decina di pagine.

L’inchiesta sulla “cricca dei servizi sociali” aveva svelato le complicità tra alcuni funzionari comunali e cooperative per ottenere lucrosi appalti, a danno di chi aveva realmente bisogno di assistenza, non ricevendo alcun tipo di servizio.

Ma il gip avrebbe respinto la richiesta di archiviazione e la prima udienza del processo si terrà ad aprile. Già qualche giorno addietro alcuni rumors giornalistici avevano ventilato la volontà di D’Agata di voler archiviare anche la posizione del presidente Raffaele Lombardo nell’inchiesta Iblis.

Vuole lasciarsi tutto dietro il procuratore? E quanto tempo passerà per nominare la nuova guida della procura di Catania? I sedici papabili sono in piena “campagna elettorale”, anche se la sfida appare giocarsi tra due nomi: Giuseppe Gennaro e Giovanni Tinebra.

I cittadini, spesso “tifosi” dell’uno o dell’altro magistrato, hanno inondato di commenti e opinioni il web. Fatto sta che Catania, secondo il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, “epicentro della commistione mafia – economia”, ha urgentemente bisogno di un procuratore capo efficiente.

Intanto la procura si sta muovendo su due casi delicati: la morte nel carcere di Piazza Lanza di Carmelo Castro e il “caso” della facoltà di Farmacia e del suo “laboratorio dei veleni”. Dopo la riapertura delle indagini, prima archiviate dal gip Alfredo Gari, grazie a un esposto delle associazioni Antigone e A buon diritto, i pm Assunta Musella e Miriam Cantone hanno disposto la perquisizione della cella dove il giovane si suicidò. Per il “caso Farmacia” la procura ha chiuso l’inchiesta che vede tra gli indagati l’ex rettore Ferdinando Latteri e il presidente della commissione permanente per la sicurezza Giuseppe Ronsisvalle. Per l’accusa il sottosuolo era inquinato a causa dei liquidi di ogni genere che venivano scaricati nei lavandini, senza alcun controllo o discarica apposita.

E così tra le posizioni di politici come Raffaele Lombardo e Raffaele Stancanelli e di editori come Mario Ciancio, si chiude l’avventura di Vincenzo D’Agata.

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27 Febbraio 2011, 11:50

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