(rp) Io voglio Zeman a Palermo. Voglio un riflesso di poesia a Mondello. Voglio andarmi a coricare con l’ossessione del 4-3-3. Voglio la difesa alta. Voglio le sigarette aspirate come in un romanzo russo. Voglio tutto ciò che è anti-potere. Voglio la fantasia sul trono, al “Barbera”. Si consenta all’onesto Mutti di condurre in porto senza troppi scossoni la navicella rosanero. Si congedi il suddetto gentiluomo con una franca stretta di mano. E si organizzi una spedizione pescarese per acciuffare il boemo.
In viale del Fante c’è stato di recente soltanto un grosso personaggio con una carica letteraria paragonabile a mister “Io penzo ke squadra ha ciocato pene” (frase ripetura solitamente dopo atroci sconfitte). Parliamo di Walter Sabatini che leggeva e aspirava tabacco, mostrando i contorni di un’attitudine drammatica in parte scenografica, in parte davvero subita. Però Zeman ha il marchio dell’unicità. Oltretutto, invecchia bene come il vino. Si copre di più e ha mantenuto la sua specialità: le nozze con i fichi quasi secchi. Che ne pensa, presidente?
