“Dell’Utri-mafia, legame di 30 anni” | Il pg chiede la condanna a 7 anni

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18 Gennaio 2013, 12:17

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PALERMO – Sette anni di carcere per concorso in associazione mafiosa. E’ questa la condanna richiesta, questa mattina davanti alla Corte d’appello di Palermo, dal procuratore generale Luigi Patronaggio per il senatore Marcello Dell’Utri. Il pg, dunque, ha chiesto la conferma della precedente condanna inflitta all’imputato in appello e poi annullata con rinvio dalla Cassazione. In primo grado Dell’Utri fu condannato, invece, a 9 anni di carcere.

Secondo il magistrato dell’Utri, assente questa mattina in aula, avrebbe favorito il rafforzamento e il patto tra Cosa nostra e la politica :”Marcello Dell’Utri ha messo in contatto Silvio Berlusconi con Cosa nostra, ha dato un contributo consapevole all’associazione. Ha costretto un imprenditore come Berlusconi a pagare somme ingenti a Cosa nostra, la condotta dell’imputato integra il concorso pur non essendo inserito stabilmente in Cosa nostra”, ha detto il pg di Palermo concludendo la sua requisitoria. “Da quando faccio il magistrato – ha aggiunto il pg – non ho mai incontrato un imputato chiamato a rispondere di un rapporto trentennale con Cosa nostra. La storia di Marcello Dell’Utri non si può leggere se non si leggono i suoi rapporti piu’ che trentennali con la mafia”.

Rapporti che il magistrato ha definito “costanti e proficui” iniziati sino dal 1974 e secondo il pg mai interrotti, e dai quali lo stesso Dell’Utri non ha mai preso le distanze. “Il patto di mediazione tra Marcello Dell’Utri e Cosa nostra iniziò negli anni Settanta: fino al 1986 il suo referente erano i fratelli Pullarà di Santa Maria di Gesù, in seguito dal 1986 era Totò Riina. Dagli anni Novanta il patto si arricchisce di una componente politica, si vuole trovare un nuovo referente politico che Cosa nostra trova in Forza Italia”.

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E proprio in merito ai rapporti tra Berlusconi e Cosa nostra il magistrato fa riferimento ad un aneddoto particolare: nel Natale del 1986 il boss di Cosa nostra Gaetano Cinà avrebbe mandato una cassata di oltre undici chili con la scritta “Canale 5” direttamente a Berlusconi. Secondo l’accusa anche questa cassata proverebbe i rapporti tra Cosa nostra e Marcello dell’Utri, che avrebbe fatto da mediatore con l’allora astro nascente Silvio Berlusconi. Al termine della requisitoria fiume anche i difensori di parte civile, l’avvocato Salvatore Modica per il comune di Palermo e l’avvocato Filippo Villanova per la Provincia, si sono associati alla richiesta di pena del pg per il senatore Marcello Dell’Utri, chiedendo anche loro la pena a sette anni. L’udienza è stata rinviata al 4 febbraio per l’avvio delle arringhe difensive.

 

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18 Gennaio 2013, 12:17

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