La mafia nell’Avviso 20? | Sospeso ente di formazione

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15 Gennaio 2013, 20:06

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PALERMO – E adesso ci sono pure le infiltrazioni mafiose nella Formazione professionale. Il rischio che Cosa nostra abbia messo le mani su una fetta dei fondi dell’Avviso 20 viene denunciato da un’informativa della prefettura di Agrigento. L’assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra ha disposto la sospensione dell’atto amministrativo con cui un ente agrigentino aveva ottenuto 400 mila euro di finanziamenti e senza aspettare l’esito del provvedimento di revoca dell’accreditamento contestualmente avviato.

Le inchieste della Procura della Repubblica e di quella regionale della Corte dei conti. La visita degli ispettori europei dell’Antifrode. Ora il rischio infiltrazioni mafiose. Non c’è pace per l’Avviso 20, il mega-bando della Formazione siciliana che per la prima volta è passata a carico dell’Europa, dopo oltre trent’anni di contributi regionali, determinati dalla legge 24. Attenzione, la presunta infiltrazione riguarda un solo episodio che, secondo gli addetti ai lavori, non deve essere enfatizzato, ma neppure sottovalutato. Si parla di parentele tra i rappresentanti dell’ente e personaggi noti agli inquirenti. Ce n’è abbastanza, infatti, per alzare il livello di guardia anche su questo nuovo e delicato fronte. C’è da preoccuparsi se la mafia ha fiutato l’affare della formazione, un settore che garantisce risorse economiche e, soprattutto, controllo sociale attraverso la gestione di posti di lavoro.

“Ho acquisito oggi un’informativa rilasciata dalla Prefettura di Agrigento dalla quale emergono rischi di condizionamento mafioso nei confronti di un ente, con il quale l’assessorato ha in corso un rapporto contrattuale a valere sull’Avviso 20/2011 – spiega l’assessore Scilabra -. Ho disposto subito agli uffici del Dipartimento di attivare il procedimento finalizzato alla revoca del finanziamento e dell’accreditamento dell’ente e ho dato precise direttive per bloccare qualsiasi erogazione di risorse. Chi rappresenta un’Istituzione non può avere dubbi di fronte a casi di questo tipo. La Regione Siciliana non può avere rapporti di alcun tipo con soggetti che non siano impermeabili, in modo assoluto e chiaro, da infiltrazioni mafiose. Ho anche dato al dirigente generale del Dipartimento  – conclude l’assessore – precise indicazioni per garantire il posto di lavoro ai dipendenti”.

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15 Gennaio 2013, 20:06

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