Cosa Nostra, 'ndrangheta e Camorra: "Sistema mafioso lombardo"

Cosa Nostra, ‘ndrangheta e Camorra: Fidanzati e il “sistema lombardo”

Ricorso respinto: deve restare in carcere

PALERMO – L’ipotesi che esista un’alleanza fra mafie a Milano regge al primo vaglio della Corte di Cassazione. Cosa Nostra, ‘ndrangheta e Camorra fanno affari insieme. Non più una struttura verticistica come nella mafia siciliana, ma una linea di potere orizzontale dove ciascun capo ha uguale peso criminale.

Respinto il ricorso di Fidanzati

I supremi giudici hanno respinto il ricorso di Giuseppe Fidanzati, detto Ninni, figlio del defunto capomafia Gaetano Fidanzati che un tempo guidava il mandamento dell’Acquasanta a Palermo. Fidanzati lo scorso gennaio è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo guidati dal colonnello Antonio Coppola. Stava andando a costituirsi nel carcere di Voghera. Da tempo, assieme ai familiari, ha trasferito residenza e interessi a Milano.

“Sistema mafioso lombardo”

Fidanzati si è rivolto alla Cassazione chiedendo l’annullamento dell’ordinanza del Tribunale del Riesame che ha dato il via libera all’arresto. La Procura lombarda lo inquadra come un potente narcos. L’indagine denominata “Hydra” avrebbe svelato il sistema mafioso lombardo. La richiesta di arresto per Fidanzati era stata negata a ottobre del 2023 dal gip. Da qui il ricorso del procuratore Marcello Viola e del sostituto Alessandra Cerreti, accolto dal Riesame e infine confermato dai supremi giudici.

Ora si conosce la motivazione con cui il ricorso di Fidanzati è stato dichiarato inammissibile. Passa la ricostruzione secondo cui, “il consorzio fra le strutture criminali già operanti ha dato vita ad una diversa ed autonoma associazione di modello mafioso costituita da soggetti, alcuni dei quali già condannati per l’appartenenza a mafie storiche”.

“Autonoma struttura organizzativa”

“Si tratta di una compagine dotata di una autonoma struttura organizzativa, che prevede frequenti summit per l’adozione delle principali decisioni operative – scrivono gli ermellini – e che si è avvalsa della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento da esso promanante sia per commettere, nel territorio delle città di Milano, Varese e zone limitrofe, varie attività delittuose (delitti contro il patrimonio, violazioni della disciplina degli stupefacenti e delle armi) sia per esercitare il controllo del territorio”.

I legami ed i rapporti vantati dai singoli associati con i gruppi criminali di riferimento originario
non hanno rappresentato un ostacolo all’autonomia del nuovo gruppo – si legge ancora -. Gli associati si sono coagulati in più articolazioni in ragione non dell’originaria appartenenza o vicinanza ad una tre mafie storiche, ma delle loro specializzazioni operative mentendo sempre un elevato grado di indipendenza e libertà decisionale ed operativa”.

La mafia a Milano

Chi fa parte del “sistema mafioso lombardo” ha messo a disposizione il “capitale sociale rappresentato dagli ascendenti criminali. Non si tratta di una struttura organizzata in senso verticistico ma in senso orizzontale: ciascuna appartenente mantiene un certo margine di autonomia nell’operatività, impegnandosi, tuttavia, di volta in volta a trovare la migliore sintesi tra interessi, anche contrapposti, per assicurare continuità nelle relazioni ed il massimo profitto in ragione della condivisione della ragione fondativa del gruppo”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI