13 Gennaio 2021, 07:35
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CATANIA – Mafia, la guardia di finanza ha sequestrato la villa di Giovanni Pappalardo, condannato, come ricostruiscono gli inquirenti, “per associazione mafiosa, estorsione, rapina e omicidio”.
Il Gico della Guardia di Finanza ha accertato la “sproporzione” tra il reddito del nucleo familiare di Pappalardo, che in un anno corrispondeva a “zero” e il complesso patrimoniale di cui erano proprietari con piscina a Ramacca. Pappalardo, ufficialmente, è nullatenente, ma l’azienda agricola proprietaria dello stabile risulta intestata alla moglie.
I finanzieri ritengono che Pappalardo sia pericoloso socialmente. Oltre alla condanna definitiva per rapina e omicidio, “di rilievo – scrivono gli inquirenti – è risultata l’appartenenza di Pappalardo all’associazione a delinquere di tipo mafioso denominata “Cosa nostra” e, in particolare, alla “famiglia” di Caltagirone”.
Nella sentenza di condanna a 13 anni e 6 mesi, emerge, aggiungono i finanzieri, che Pappalardo “ha partecipato ad almeno quattro summit tra esponenti di punta delle famiglie catanesi e calatine di “Cosa nostra””.
Agli incontri erano presenti affiliati dei clan Santapaola, Ercolano e del clan Nardo di Lentini. Durante i summit, gli affiliati hanno parlato della nomina del “rappresentante provinciale”.
Al centro del tavolo, tra gli affiliati, c’era “la ripartizione dei proventi delle estorsioni nei confronti di 7 imprenditori”.
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13 Gennaio 2021, 07:35