Magione, la gioia dei residenti | Ma gli ambulanti non mollano

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02 Agosto 2014, 06:30

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PALERMO – La prima sensazione è quella di una piazza restituita alla città. Poco dopo mezzogiorno ci sono due ragazzi che passeggiano con un cane al guinzaglio, un padre che gioca al pallone con il figlio, tre adolescenti stese al sole a pochi metri dalla lapide dedicata a Giovanni Falcone. Un uomo ha anche trovato riparo dal sole cocente dei primi giorni di agosto sotto la chioma di un albero e legge un giornale.

Piazza Magione si presenta come un posto totalmente nuovo rispetto a quello che fino a quindici giorni fa rappresentava il regno degli abusivi e delle irregolarità, in cui frigoriferi e banconi venivano posizionati sin dal primo pomeriggio. Basti pensare che durante i sei interventi coordinati dalla polizia sono venuti a galla allacci abusivi alla corrente elettrica ed individuati diversi magazzini in cui venivano custoditi abusivamente tavolini, ombrelloni, sedie, bevande e cibo.

E nel corso dell’ultimo Controllo Integrato del Territorio, la polizia ha individuato l’ennesimo gazebo collocato senza alcuna autorizzazione e al suo interno ha trovato trenta tavoli, centocinquanta sedie e numerosi accessori tra cui bruciatori, griglie, pozzetti frigo, pentole e ombrelloni. Tutto il materiale è stato sequestrato. Provvedimenti che fanno tirare un sospiro di sollievo a tutti coloro che abitano nell’area compresa tra lo Spasimo e via Garibaldi, che da tempo avevano segnalato disagi e conseguenti notti insonni provocate da musica ad alto volume o liti tra posteggiatori abusivi. Anche nel corso dell’attività delle forze dell’ordine le tensioni non sono mancate “ma è un primo passo verso la legalità a cui deve puntare questo quartiere”, dice Marianna Maggio, che abita in via Castrofilippo.

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“Siamo felici di quello che la polizia sta facendo per mantenere l’ordine, era diventata un’area per selvaggi e le risse si verificano all’ordine del giorno. Non riuscirò mai a dimenticare una serata dello scorso anno in cui le urla attirarono l’attenzione di noi residenti: due gruppi di ragazzi si lanciavano delle bottiglie di vetro. Arrivarono le ambulanze, i carabinieri. Il caos totale”. Tra chi vive nelle palazzine a pochi metri dalla chiesa della Magione, c’è chi si schiera a favore degli ambulanti: “Vorrei precisare – dice Raffaella Rao – che qui nessuno ce l’ha con chi vuole lavorare onestamente. Sarebbe anche ben accetta la presenza di chioschi ed aree di ristoro nella piazza, ma tutto dovrebbe essere regolamentato, non si può vivere nella giungla. Anzi, ci rivolgiamo al sindaco e chiediamo che questa gente venga messa in condizione di portare avanti un’attività a norma”.

Ma per Toni Amato, venditore ambulante che abita alla Kalsa, tutto è sempre stato in regola. “Io ho sempre posizionato il mio apino in diverse zone della città, quando andavo via da qui tornavo a casa e l’indomani posteggiavo davanti alle scuole per fare i panini ai ragazzi. Come dovrebbe campare un padre di famiglia che non ha alternative? Adesso che le scuole sono chiuse non so dove mettermi. Dovrebbero selezionare chi può stare qui solo per qualche ora e poi spostarsi. La licenza da ambulante dovrebbe bastare”. “Ma che dobbiamo fare noi – gli fa eco un ragazzo sulla ventina – dovremmo andare a rubare? Qui in via della Vetriera ci sono tanti giovani disoccupati, come in via Schiavuzzo e in tutta la Kalsa. Un bancone qui in piazza era una speranza per tutti noi per affrontare la vita di tutti i giorni e appena finiranno questi controlli decideremo se tornare”.

“Si fissaru. Ci stanno facendo la guerra – dice Giuseppe Bommarito che fino a poco tempo fa vendeva bibite – e nelle piazze dove si spaccia non ci va nessuno. A cominciare da Ballarò per finire con il Capo e la Vucciria. Lì tutti senza controllo, soltanto noi dobbiamo dobbiamo pagare. Si vede che ci sposteremo nelle altre zone fino a quando ci saranno i controlli. Ma poi torneremo”. “Ormai non abbiamo più nulla da perdere – conclude la moglie – ci hanno tolto tutte cose, pure la dignità”.

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02 Agosto 2014, 06:30

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