Manager della Sanità, Crocetta si arrende: | “Pellicanò e Cantaro possono insediarsi”

di

12 Marzo 2015, 17:47

2 min di lettura

PALERMO – Alla fine, Rosario Crocetta si è dovuto arrendere di fronte all’ampiezza degli errori. Paolo Cantaro e Angelo Pellicanò, i manager inizialmente nominati al Policlinico e al Cannizaro di Catania e poi “revocati” tra dubbi e polemiche, potranno insediarsi nel ruolo di direttori generali delle aziende catanesei. Un epilogo in qualche modo annunciato, dopo la recentissima sentenza del Tar che aveva messo nero su bianco gli “svarioni” del governo regionale.

Scivoloni così evidenti, da spingere l’Avvocatura dello Stato a rinunciare, in occasione proprio del giudizio di fronte al tribunale amministrativo, alla difesa dell’esecutivo di Crocetta. Che quei manager dovessero essere reintegrati, infatti, era fin troppo evidente. E lo aveva spiegato a chiare lettere, mesi addietro, la circolare esplicativa (appunto) del ministro della Funzione pubblica Marianna Madia. Un atto dal quale si desumeva chiaramente che la Regione siciliana non avesse alcun motivo di revocare le nomine di Cantaro e Pellicanò. Un concetto ribadito già a metà dicembre dall’Avvocato dello Stato Patrizia Scardillo che ha ritenuto “inopportuna l’assunzione della difesa della Regione stante il contrasto di posizione di queste ultime rispetto a quella assunta da Organo di vertice dell’Amministrazione dello Stato della quale l’Avvocatura dello Stato è il naturale patrocinatore”. Se proprio vuole, aggiunge l’Avvocato dello Stato, la Regione si faccia difendere dal proprio Ufficio Legale.

Articoli Correlati

Ma il governo ha deciso persino di non presentare ricorso di fronte a quella sentenza. Una resa. E una marcia indietro obbligata. Il governatore Crocetta e l’assessore alla Salute Lucia Borsellino avevano deciso di revocare le nomine di Cantaro e Pellicanò, formalizzate il 24 giugno del 2014. Il giorno prima dell’entrata in vigore del decreto Renzi che vieta le nomine manageriali per i pensionati. Una revoca, quella voluta dal governo Crocetta, avallata da un parere dell’Avvocato dello Stato Giuseppe Dell’Aira, secondo il quale il rapporto di lavoro si sarebbe formalizzato solo all’atto della firma del contratto, che sarebbe giunta a decreto già “vigente”. Una interpretazione smentita, come detto, dalla circolare della Madia, secondo cui, essendo arrivata la nomina prima del decreto, non rientrava nel diveto, e poi persino dalla stessa Avvocatura dello Stato. Che ha deciso di non difendere la Regione di fronte al Tar. Troppo evidente il pasticcio, per insistere. E il governo Crocetta si è arreso. Anche stavolta, come per altri casi, dal Muos a Humanitas.

Pubblicato il

12 Marzo 2015, 17:47

Condividi sui social