PALERMO – Un giallo. La storia delle recenti nomine della Sanità siciliana è un vero mistero. Nemmeno oggi, infatti, sono giunti in commissione affari istituzionali gli atti di nomina di 14 dei 17 nuovi direttori generali di ospedali e Aziende sanitarie provinciali. Ma una “mezza” spiegazione allo stallo, ci sarebbe. Di quei manager, infatti, ne starebbe saltando uno. Mario Zappia, ex commissario dell’era Lombardo, e nominato come nuovo direttore generale dell’Asp di Catania, in questi minuti, potrebbe essere sostituito. A mettere in bilico la sua posizione, infatti, un problema di “inconferibilità”. Uno dei requisiti per la nomina a direttore generale era quello di non aver diretto strutture della Sanità privata negli ultimi due anni.
Zappia si sarebbe dimesso dall’Istituto Oasi Maria Santissima di Troina, che dirigeva, solo il 31 luglio del 2012. I due anni, insomma, non sono trascorsi. “Zappia – confermava implicitamente il presidente della Regione Crocetta qualche giorno fa – è inconferibile fino al primo agosto prossimo. Al momento, è solo ‘designato’”. Un “sofismo” che però non sembra risolvere la situazione. Il governo, infatti, si è infilato in un vicolo cieco, chiedendo alla prima commissione all’Ars di attendere, prima di procedere all’esame, la presentazione di tutte le 17 nomine dei manager. Ma adesso la commissione attende quelle carte. Che continuano a non arrivare. E la pressione sale.
Così, proprio nel primo pomeriggio, l’assessore Borsellino ha incontrato Crocetta. Per superare l’impasse bisogna sciogliere il “nodo Zappia”. A quel punto, forse, l’arrivo delle tanto attese carte in commissione potrebbe essere più vicino. E già circola qualche nome. È quello di Daniela Faraoni, già direttore amministrativo di Villa Sofia-Cervello.
Si vedrà. Intanto, ciò che è certa, è la fumata nera, oggi in prima commissione. “Il percorso di questa documentazione – ironizzava oggi il presidente Antonello Cracolici – somiglia a una Via Crucis. Anche nella seduta odierna della commissione, l’assessore Borsellino ha confermato che quella documentazione non è ancora stata inviata”. Al momento, quindi, in commissione sono state depositate solo le “carte” relative ai tre manager indicati dai policlinici (Li Donni a Palermo, Cantaro a Catania, Restuccia a Messina). L’esame delle tre nomine, obbligatorio sebbene non vincolante, avrebbe dovuto concludersi entro la giornata di domani. Per questo, la prima commissione ha chiesto una proroga di venti giorni, a partire da domani. Proroga concessa dal presidente dell’Assemblea. “Da martedì prossimo – ha aggiunto Cracolici – se non avremo ancora la documentazione di tutti i manager, procederemo con l’esame delle tre nomine al momento depositate”. Gli incarichi verranno messi ai voti, uno per volta. Per bocciare le nomine, la commissione dovrebbe esprimersi con un voto contrario dei due terzi (dieci deputati su quindici). A quel punto, se il governo intendesse confermare il manager “bocciato” dalla commissione, dovrà chiedere il voto favorevole di Sala d’Ercole.
Ma le opposizioni sono già sul piede di guerra. “L’assessore Borsellino anche oggi – ha detto il capogruppo della Lista Musumeci, Santi Formica – ci ha spiegato che le carte non sono state inviate. Il presidente Crocetta smentisce ogni giorno, col suo operato, tutti i proclami riguardanti la legalità e la trasparenza. Mantenendo in sospeso le nomine, si tiene viva la speranza per quelli che lo stesso governo indica come dei ‘nominandi’, ma anche quella di chi al momento è rimasto fuori. Ed essendo in piena campagna elettorale, – ha concluso Formica – si rasenta il voto di scambio”.
