04 Gennaio 2020, 15:44
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PALERMO – Alla Regione i dirigenti sono oltre 1200 ma non ce n’è uno, che sia pure avvocato, disponibile per recuperare gli oltre 60 milioni che la Regione dovrebbe incassare dopo le condanne per danno erariale.
Il dato emerge da una delibera della giunta regionale approvata negli ultime settimane del 2019. Con l’atto il governo prova a dare seguito a una decisione di maggio con cui è stato costituito l’ufficio speciale per il recupero crediti. Dopo sette mesi l’ufficio non è partito proprio a causa della mancanza di personale e in particolare di un dirigente, laureato in giurisprudenza con l’abilitazione per svolgere la professione dell’avvocato. E così adesso, per sbloccare l’impasse è stato necessario ampliare i requisiti per accedere all’incarico.
Alla fine, quindi, se l’ufficio partirà sarà grazie a una soluzione diversa. Il governo infatti, ha dovuto cedere di fronte ai tanti atti di interpello andati a vuoto, modificando i requisiti per l’incarico di dirigente dell’ufficio speciale allargando la platea a tutti coloro che abbiano una laurea in giurisprudenza o una laurea equipollente
Nella scorsa primavera, infatti, il governo Musumeci ha votato la costituzione di un ufficio speciale per recuperare i crediti dovuti a sentenze della Corte dei conti. Allora a fronte di oltre 60 milioni da recuperare la Regione aveva incassato appena 3,8 milioni dalle cause più recenti mentre erano quasi duecento le pratiche “arenate” negli uffici regionali. E così, il governo ha deciso di creare la task force che con una nuova organizzazione, degli obiettivi definiti, e il personale qualificato potesse battere cassa.
La situazione, come detto, si protrae ormai da mesi e a settembre la giunta è corsa ai ripari per non rischiare che dopo la costituzione dell’ufficio, tutte le riscossioni che continuavano a essere portate avanti dal’ufficio recupero crediti del dipartimento regionale alle Finanze potessero essere impugnate per difetto di competenza. Alla giunta è toccato, così, autorizzare la prosecuzione delle procedure di esecuzione delle sentenze per evitare che i condannati dai magistrati contabili la possano fare franca.
Adesso la soluzione dovrebbe essere vicina. Il condizionale, però, è d’obbligo. Malgrado la riduzione delle postazioni di dirigenziali operata dal governo lo scorso anno, alla Regione, infatti,continuano a esserci posti che non vengono riempiti.
All’orizzonte ci sono i concorsi ma, stando almeno al giudizio della Corte dei conti nella relazione dell’ultimo giudizio di Parifica, la soluzione sarebbe un’altra. Prima, secondo i giudici, occorrerebbe avviare la riforma della dirigenza con il superamento della terza fascia. “In assenza della predetta riforma – spiegano infatti i magistrati contabili – appare assai problematico intraprendere un percorso di reclutamento di nuove figure dirigenziali. Il tema – aggiungono – va quindi inquadrato nell’ambito di una riforma complessiva degli assetti organizzativi della Regione il cui obiettivo fondamentale sia un recupero di efficienza della macchina amministrativa siciliana che muove dalla disciplina della dirigenza e passa attraverso una riorganizzazione e migliore distribuzione delle competenze degli Assessorati e dei Dipartimenti regionali”.
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04 Gennaio 2020, 15:44