“Mancano i sindaci metropolitani” | A rischio Palermo e Catania

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28 Aprile 2016, 11:37

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PALERMO – La guerra tra Palermo e Roma sulla riforma delle ex Province rischia di far saltare la firma dei patti per le aree metropolitane di Palermo e Catania, che prevedono investimenti per il rilancio economico delle due aree e che sono stati annunciati ieri dal premier Renzi nella sua e-news. La firma su quei documenti (solo nell’area di Palermo sono previsti investimenti per 300 milioni) dovrebbe essere quella dei sindaci delle città metropolitane, figura che però al momento in Sicilia non esiste. Esiste una legge che ha mandato in soffitta le vecchie Province dando vita ai Liberi consorzi e alle aree metropolitane, ma i rappresentanti ufficiali di questi nuovi enti, Palermo e Catania in primis, non sono mai stati eletti. Una situazione paradossale che ha messo subito in allarme Palazzo delle Aquile quanto Palazzo degli Elefanti, con gli staff di Orlando e Bianco alle prese con un annuncio per certi versi spiazzante da parte del presidente del Consiglio.

Un pasticcio che ha portato Palazzo Chigi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti a prendere carta e penna e a scrivere ai sindaci delle due principali città siciliane sottolineando che Orlando e Bianco non risultano “ufficialmente” i rappresentanti “dei territori metropolitani”. Da qui la necessità di correre ai ripari e “formulare un’eventuale proposta che legittimi” Orlando e Bianco “alla sottoscrizione del Patto”. Il governo ha dato ai comuni di Palermo e Catania la sua dead line: entro le 17 bisognerà rispondere alle osservazioni arrivate da Roma che nella sua missiva ha comunque tracciato una possibile via d’uscita. Orlando e Bianco dovrebbero ricevere una sorta di “delega” da parte dei sindaci dei comuni interessati dai patti “a rappresentare l’intera area della città metropolitana ai fini della sottoscrizione dei patti”.

Ad aggravare la situazione c’è anche lo scontro tra il governo regionale e Palazzo Chigi che ha impugnato presso la Corte Costituzionale la norma sulle ex Province varata dall’Ars. Al centro della contesa l’elezione del sindaco dell’area metropolitana, carica che la norma nazionale affida automaticamente al sindaco del comune capoluogo, mentre nella versione siciliana è prevista una elezione di secondo livello tra i sindaci coinvolti nel nuovo ente. L’ultimo atto di questo braccio di ferro è arrivato con la lettera del sottosegretario per gli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, indirizzata al governatore Crocetta. Il governo boccia nuovamente la norma sul sindaco metropolitano: “Stando così le cose – ha spiegato il sottosegretario -, non possiamo revocare il ricorso alla Consulta”.

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Sulla vicenda vanno all’attacco l’ex deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, e Sel.“Anche un giorno importante per lo sviluppo economico di Palermo e Catania nella specialissima Sicilia diventa una barzelletta – dice Ferrandelli -. L’Italia corre veloce e noi non riusciamo a stargli dietro sprecando occasioni e opportunità create dal governo Renzi”. Secondo Simone Di Trapani, coordinatore di Sel-Sinistra italiana Palermo, il capoluogo “rischia di perdere più di 300 milioni di euro di fondi europei, fondamentali per lo sviluppo della città, perché Crocetta e il Pd siciliano sono troppo occupati ad ostacolare Leoluca Orlando nella sua nomina a sindaco della città metropolitana. Continuando ad agire così – prosegue -, la Sicilia non farà che sprofondare sempre di più nel baratro. Stiamo parlando di più di un miliardo di euro per investimenti per Palermo e Catania – continua Di Trapani – che rischiamo di perdere per l’assoluta incompetenza del governo Crocetta e del Pd siciliano. Adesso è il momento di andare a casa, lasciando governare la Sicilia a chi è in grado di farlo”.

*Aggiornamento ore 15.16
“Il sindaco Enzo Bianco, alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi, sabato prossimo firmerà il ‘Patto per Catania’ nella qualità di ‘autorità urbana di Catania’. Esattamente come è stato fatto per il Pon Metro che è già in fase avanzata di sviluppo”. Lo rende noto un comunicato del Comune spiegando che “nonostante in Sicilia la definizione degli organismi delle città metropolitane sta subendo un dannoso ritardo, la Città Metropolitana rappresenta in ogni caso una realtà già identificata dalla legge e di fatto. E il governo, come per il Pon Metro, si sottolinea nella nota, ha individuato Catania come soggetto pienamente legittimato alla sottoscrizione del Patto redatto grazie a numerosi incontri con la presidenza del Consiglio dei ministri”.

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28 Aprile 2016, 11:37

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