Manovra, stipendi a rischio | Bianchi: "È una fase delicata" - Live Sicilia

Manovra, stipendi a rischio | Bianchi: “È una fase delicata”

L'assessore aveva annunciato la presentazione della nuova manovra entro metà febbraio. Ma di quel testo non c'è traccia. "Spero di portarlo all'Ars già la prossima settimana", dice il responsabile dell'Economia. Ma i deputati sono pessimisti: "Ci vorrà almeno un mese". Così, gli stipendi di migliaia di siciliani rischiano di non arrivare ancora per un po'.

I conti della Regione
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PALERMO – “La Finanziaria-bis sarà pronta entro metà febbraio”, aveva annunciato l’assessore all’Economia Bianchi, dopo un Consiglio dei ministri che sembrava avere allontanato le nubi sul destino di oltre 25 mila siciliani. Ma fino ad oggi, di quella manovra che avrebbe dovuto “riparare i danni” seguiti all’impugnativa del Commissario dello Stato, non c’è traccia. Né in giunta. Né, ovviamente, in Commissione bilancio. “La situazione è molto delicata – spiega Bianchi – ma spero, anzi sono convinto, che il ddl possa arrivare all’Ars la prossima settimana”. Ma sarà già tardi. E gli stipendi di migliaia di siciliani adesso sembrano nuovamente in bilico. Anzi, secondo alcuni deputati di opposizione, che compongono la commissione bilancio, la previsione di Bianchi è persino troppo ottimistica: “Ci vorrà almeno un altro mese”.

In realtà – spiega Bianchi – siamo avanti con i lavori. Ma non siamo in grado, oggi, di fare una stima delle risorse effettivamente liberabili. Quelle saranno il frutto di un dialogo che dovrà proseguire col governo nazionale e col Commissario dello Stato”. Ma come se non bastasse, il governo nazionale si prepara a mutare nuovamente conformazione. Cambiano le facce, quindi. Gli interlocutori. E la manovra-due sembra poter subire un’ulteriore battuta d’arresto.

Come si ricorderà, l’impugnativa del commissario dello Stato aveva bocciato norme per circa 450 milioni di euro. Somme che avrebbero garantito il finanziamento di enti regionali, associazioni, teatri. E ancora, quei soldi finanziavano i capitoli destinati alle associazioni antiracket, alle vittime di mafia, ai lavoratori forestali, gli ex dipendenti della Fiera del Mediterraneo passati in Resais, i dipendenti del Ciapi, dell’Esa, dell’Eas, dei consorzi di bonifica, del Cerisdi, del Coppem, del Corfilac e dell’Istituto zootecnico. Tagliati anche gli oltre 8,5 milioni destinati al funzionamento dell’Arpa. Saltati i 12 milioni destinati al funzionamento dell’Irsap. Tra le somme impugnate anche quelle necessarie a garantire gli stipendi dei comandati negli assessorati Energia, Economia e Sanità, e quelle destinate agli Enti parco e alla Riserve naturali, i fondi per il pagamento degli stipendi dei dipendenti dell’Ufficio di Bruxelles e di quelli dell’Istituto Vite e Vino. Cancellate anche la somme per i Teatri siciliani, per le Università e gli Ersu, per le fondazioni Orcehestra sinfonica siciliana e Teatro Massimo, per gli enti cattolici, per le associazioni che rappresentano i disabili e i ciechi. Tutti soldi finiti nel “Fondo per la salvaguardia degli equilibri di bilancio”. Un Fondo “vincolato”. E che adesso, dai 100 milioni stanziati dal governo ammonta a oltre 550 milioni.

Eppure, un paio di settimane fa sembrava essere arrivata una schiarita: un decreto legislativo approvato dal governo nazionale avrebbe consentito di spalmare il ripianamento dei cosiddetti “residui attivi inesigibili”. Somme, insomma, previste annualmente in bilancio sotto forma di entrate, ma impossibili ormai da riscuotere. Il meccanismo, aveva fatto sapere il governo regionale, avrebbe consentito di liberare molte delle somme che – dopo l’impugnativa – erano automaticamente finite in quel Fondo di garanzia per i residui da oltre mezzo miliardo.

“Ma non dobbiamo prenderci in giro – puntualizza Bianchi – non sarà certamente possibile liberare tutte quelle somme. Saremo costretti a fare delle scelte. E spero che questo lavoro di possa portare avanti anche grazie al supporto di maggioranza e opposizione”. Ma non solo. Anzi, il dialogo più importante non sarà quello politico, bensì quello istituzionale. “Certamente – prosegue Bianchi – prima di presentare un disegno di legge sarà necessario un confronto serrato e continuo con i ministeri dell’Economia e degli Affari regionali, oltre che con lo stesso Commissario dello Stato. Ci stiamo sforzando – aggiunge l’assessore – di intervenire su quelle criticità che ha segnalato Aronica. Sebbene in moltissimi casi non avessimo compreso né condiviso il senso di quell’intervento. Ma adesso confido nella collaborazione e nella pazienza di tutti”. E pazienza dovranno avere soprattutto quei lavoratori il cui stipendio è stato, di fatto, cancellato dal Commissario dello Stato e dagli “errori” del governo.

Ma secondo i deputati della commissione bilancio all’Ars, quei lavoratori di pazienza ne dovranno mostrare molta più di quanto si pensi. “A Palazzo dei  Normanni – spiega ad esempio Marco Falcone (Forza Italia) – ancora non c’è traccia della manovra. E credo che il ricorso al decreto legislativo del governo nazionale sia inutile. I residui inesigibili sono infatti 5 miliardi. E anche spalmandoli in dieci anni, non riusciremo a sbloccare le somme attualmente nel Fondo. Anzi, c’è il rischio di dover trovare altri soldi per pagare la ‘rata’ di quest’anno. Per come stanno le cose – ecco il pronostico di Falcone – non credo che vedremo mai questa Finanziaria-bis prima di Pasqua”.

Un po’ meno pessimista, ma altrettanto preoccupato un altro componente nonché ex presidente della seconda commissione, Riccardo Savona: “Certamente – spiega il parlamentare – quello che sta succedendo a Roma non facilita le cose. Col nuovo governo, rischia di fermarsi tutto ancora per alcuni giorni. Credo che questa manovra sia ancora in alto mare. E nel frattempo, il presidente Crocetta preferisce giocare con questa storia dell’abolizione delle Province. Mentre in commissione bilancio, carte ancora non ne sono arrivate”.

“Non porto in commissione – precisa però Bianchi – testi che non siano frutto di un accordo. Né oggi posso quantificare le cifre liberabili. Noi abbiamo un’idea, quella di aggiungere 100 milioni ai 100 che avevamo già stanziato, così da liberare circa 300 milioni. Ma ovviamente sono numeri che devono passare attraverso una corcertazione a livello istituzionale, oltre che politico. Stiamo lavorando – conclude Bianchi – a una manovra che abbia il consenso di tutti e che non corra rischi di impugnativa. Alla gente, quindi, chiedo solo un po’ di pazienza”.


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