Marino: “Il tram non si fermerà”| Ma l’Amat resta in bilico

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26 Giugno 2018, 20:38

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PALERMO – Il primo agosto il tram non si fermerà e il Comune sta studiando una soluzione per l’Amat su cui però vige il più stretto riserbo, mentre il consiglio chiede di modificare la direttiva del sindaco e l’azienda continua a battere cassa. E’ questo l’esito della conferenza dei capigruppo del consiglio comunale di Palermo, che questo pomeriggio ha convocato i vertici dell’azienda e parte della giunta per fare il punto sulla situazione dell’Amat.

La società di via Roccazzo è infatti in profondo rosso: oltre alle perdite ormai consuete, deve fare i conti con l’ordine di Palazzo delle Aquile di stralciare dai propri bilanci quasi 30 milioni di euro. Una mazzata in piena regola, rispetto a una situazione di per sé già critica: basti pensare che il presidente Gristina ha scritto, senza tanti giri di parole, di essere pronto a restituire il tram al Comune.

Da settimane la politica si arrovella alla ricerca di possibili soluzioni, mentre sindacati e lavoratori sono sempre più in apprensione. Da qui la decisione del consiglio comunale di convocare tutti: oggi a piazza Pretoria c’erano il vicesindaco Sergio Marino, i dirigenti Maneri e Basile, il presidente dell’Amat Gristina, il consigliere Bellia e il direttore dell’azienda Rossi. Grande assente Leoluca Orlando, tanto che il presidente del consiglio convocherà una nuova riunione alla presenza del sindaco.

Dall’Amministrazione sono arrivate parole di conforto. “Mi sono confrontato col sindaco, il primo agosto il tram non si fermerà”, dice Marino che ha annunciato interlocuzioni istituzionali a più livelli e strategie in campo per salvare l’azienda e il tram, che al momento restano riservate ma che dovrebbero riguardare la messa a sistema dei fondi.

Ma al di là degli impegni ufficiali, in molti hanno notato il nervosismo dei rappresentanti dell’Amat che hanno ribadito tutte le proprie preoccupazioni: hanno confermato di non aver ricevuto alcuna contestazione sui chilometri pagati e non effettuati, che i bilanci sono sempre stati approvati dal socio unico (il Comune), che Amat non ha i 29 milioni da stralciare e, soprattutto, che sono pronti a difendere l’azienda in tutte le sedi, in mancanza di soluzioni immediate. La società, infatti, è al centro di un vero e proprio ciclone con i creditori che bussano alla porta con maggiore insistenza, proprio per le polemiche delle ultime settimane.

Il consiglio ha però sottolineato l’assenza di un contraddittorio con Amat e, alla fine, si è giunti a una mediazione: il presidente scriverà al primo cittadino per chiedergli di rimettere al lavoro la cabina di regia dei dirigenti comunali, perché valuti se ci sono le condizioni per rivedere la direttiva che impone lo stralcio da 29 milioni.

“Oggi abbiamo vinto una prima e importante battaglia in difesa del servizio dei trasporti locale – esulta il grillino Ugo Forello – La conferenza dei capigruppo ha richiesto un ulteriore approfondimento all’unità di crisi per comprendere se ci sono elementi aggiuntivi che possano portare ad una revisione della direttiva del sindaco. Il presidente Gristina ha evidenziato che, qualora dovesse applicare le disposizioni della direttiva del sindaco, la società rischierebbe la chiusura e l’amministrazione non ha indicato soluzioni”.

“Secondo noi non sono stati considerati a sufficienza il piano d’esercizio dell’Amat, su cui va fatta un’attenta analisi, e la questione del chilometraggio pagato e non pagato dalla Regione – dice Giusto Catania di Sinistra Comune – possono esserci le condizioni tecniche per modificare la direttiva, tenendo in considerazione per esempio le somme che la Regione ha annunciato di voler trasferire a breve”.

Il capogruppo di Palermo 2022, Tony Sala, assicura: “Non possiamo permetterci di assistere passivamente al fallimento di un’altra partecipata, dopo Amia e Gesip, saranno intraprese tutte le iniziative necessarie a salvare l’Amat oggi e in futuro, quando ci saranno le nuove linee del tram. L’ipotesi di revisionare il lavoro della cabina di regia si accompagna con la necessità di rimodulare il contratto di servizio e di riorganizzare l’azienda”.

 

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26 Giugno 2018, 20:38

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