Martina uccisa ad Afragola, il padre di Alessio: "Chiedo scusa"

Martina Carbonaro uccisa ad Afragola, il padre di Alessio: “Chiedo scusa”

Meloni: "Dobbiamo fare di più tutti insieme"
FEMMINICIDIO
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AFRAGOLA (NAPOLI) – “Chiedo scusa a tutti, non ce lo saremmo mai aspettati, siamo distrutti”, sono le parole di Domenico Tucci, il padre di Alessio, il 19enne che ha ucciso a colpi di pietra Martina Carbonaro, l’ex fidanzata. 

“Mio figlio è un bravo ragazzo, Martina è stata come una figlia per me e mia moglie. Chiedo scusa a tutto il mondo”.

Alessio – dice – voleva scoprire chi fosse il nuovo ragazzo di Martina. Non era ossessionato da Martina, era innamorato. Stavano crescendo insieme. Vedere che chattava con un altro lo ha sconvolto”.

I cronisti ricordano a Tucci che sua moglie aveva detto alla mamma di Martina di stare attenta alla figlia. “Sì – conferma l’uomo – mia moglie glielo ha detto perché aveva scoperto che frequentava più di un ragazzo”.

Il padre di Martina, intanto, racconta le ore delle ricerche avviate con il supporto di Alessio. “Lui – dice Marcello Carbonaro, il papà – ci ha aiutato con le ricerche. Io avevo l’assassino di mia figlia in macchina e non lo sapevo. Quando l’ho chiamato mi ha detto ‘ha fatto la sua strada e io la mia’. Alessio mi ha detto che stava andando a fare la doccia, si è buttato la zappa sui piedi: dopo l’omicidio, lui è tornato a casa, si è andato a fare la doccia, ha mangiato ed è uscito”.

Non si dà pace neanche la mamma di Martina, Enza Cossentino, che ieri ha chiesto l’ergastolo per Tucci. “Si è fatto una doccia, cioè si è tolto i panni sporchi del delitto e non si sa dove siano andati a finire”, riflette ora.

“Alessio veniva a fare le ricerche con noi e ora sto metabolizzando che l’arresto è avvenuto a casa mia. Ora che non ho più mia figlia, non so chi mi stia dando questa forza, forse i miei angeli: mia madre, mio padre e mia figlia”, aggiunge.

Meloni: “La sua morte ci sconvolge, dobbiamo fare di più”

“Martina aveva solo 14 anni. Aveva la vita davanti, i sogni, le amicizie, la scuola. Le è stata tolta con una violenza che lascia senza fiato, uccisa brutalmente da chi diceva di volerle bene. Un delitto spietato, che colpisce nel profondo ogni genitore, ogni cittadino, ogni essere umano”, scrive la premier Giorgia Meloni sui social ricordando Martina Carbonaro.

“La sua morte ci sconvolge. Ci impone di guardare in faccia un male profondo, che non possiamo né ignorare né normalizzare: la violenza cieca e possessiva che troppo spesso si abbatte sulle donne, anche sulle più giovani. Alla famiglia di Martina va il mio abbraccio, pieno di dolore e vicinanza. Alla Giustizia il compito di intervenire con la massima severità. Alle Istituzioni il dovere di non voltarsi dall’altra parte”, aggiunge.

“Sono molti i provvedimenti che abbiamo approvato finora per tentare di fermare questo male, ma dobbiamo essere consapevoli che le norme non saranno mai sufficienti se non daremo vita ad una profonda svolta culturale e sociale. In questi anni dei passi in avanti sono stati fatti, ma evidentemente non basta. Dobbiamo fare di più, tutti insieme. Per Martina. Per tutte”, conclude.


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