27 Luglio 2020, 17:24
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PALERMO – “Mi sono più volte espresso in maniera ottimista sulla situazione in Sicilia, ma ciò di certo non vuol dire che possiamo abbassare la soglia d’attenzione”. Il professore Antonio Cascio, direttore dell’unità di Malattie Infettive del Policlinico di Palermo, segue passo dopo passo l’evolversi dell’emergenza sanitaria Covid-19, anche nei mesi estivi in cui il numero dei casi ha permesso un ritorno quasi totale alla vita quotidiana e misure meno restrittive. I nuovi positivi registrati nell’Isola, però, ricordano a tutti che l’allerta non è finita.
E’ tempo di vacanze, di giornate al mare, di gite fuori porta, ma “bisogna continuare a fare attenzione individualmente”, spiega Cascio. Da Messina a Catania e poi da Pozzallo a Lampedusa, con i tre casi emersi domenica tra i migranti, compreso quello di una donna incinta, il Coronavirus torna a fare paura. “Ma non dobbiamo seminare il panico – sottolinea il professore, perché è vero che ci sono ancora tante incognite e che nessuno ha la verità in tasca, ma il virus, adesso, sembra circolare poco. Le poche persone risultate positive, inoltre, sono nella maggior parte dei casi asintomatiche: ciò vuol dire che la carica virale è bassa e che la malattia è meno aggressiva”.
Aspetti che però non devono far ‘rilassare troppo’: “Già – prosegue Cascio – perché un soggetto positivo asintomatico è ovviamente in grado di contagiare qualcuno altro, per questo è fondamentale, ancora oggi, indossare la mascherina nei luoghi chiusi o troppo affollati, negozi e supermercati compresi e attuare una sorveglianza costante. E’ importante che vengano tuttora eseguiti tanti tamponi e che ci sia la massima attenzione negli ospedali, nelle case di cura e in tutte le strutture che ospitano anziani o soggetti più fragili. Ritengo poco utile l’utilizzo dei guanti, meglio pulire spesso le mani per evitare qualunque rischio”.
E l’estate, come il professore Cascio ribadisce, sembra darci una mano nella lotta al Covid: “Come tutti i Coronavirus, il SARS-CoV-2 sembra proprio avere un andamento stagionale. In autunno è vero, possiamo aspettarci un aumento dei casi, ma non una vera e propria seconda ondata. Aumento che tra l’altro, specialmente in Sicilia, potrebbe essere lieve se si continua a mantenere alta la soglia d’attenzione. Non è un problema che riguarda i migranti, o coloro che arrivano dal Nord o da altre parti del mondo: tutti dobbiamo essere scrupolosi, ogni singolo individuo, se rispetta le regole, può contribuire notevolmente ad evitare il contagio”.
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27 Luglio 2020, 17:24