Massaggi e sesso nel salotto della città| I residenti: “Era ora, lo sapevano tutti”

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24 Aprile 2013, 13:29

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PALERMO – “Era ora. Sapevamo tutti che in questi locali avveniva qualcosa di strano. C’era sempre una ragazza con abiti succinti all’entrata ed un grande viavai”. A parlare è Giovanna Castronovo, che abita a pochi metri dal centro massaggi di via Vincenzo Di Marco finito nel mirino dei carabinieri della stazione San Lorenzo. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Vania Contrafatto e dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia hanno fatto venire a galla un vero e proprio giro di prostituzione che ruotava intorno al centro che si trovava al civico 6/f, a due passi dal Giardino Inglese: i clienti avrebbero prima fissato un appuntamento telefonico, per poi recarsi al centro gestito da un uomo e una donna cinesi, Zhu Longjun, 29 anni, Zhang Linghong, 39 anni e dalla loro giovane collaboratrice, Xu Xiaoyan. I tre sono finiti in manette per sfruttamento della prostituzione. per Xiaoyan sono scattati i domiciliari eprché in gravidanza. Dopo il massaggio – come i clienti stessi hanno raccontato ai carabinieri – era possibile chiedere qualche servizio “extra”, che avveniva solitamente all’interno di una vasca da bagno.

L’utenza veniva attirata la maggior parte delle volte da alcuni annunci pubblicati sui siti internet, soprattutto su Bakeka.it, dove gli uomini alla ricerca della compagnia di una donna si ritrovavano di fronte ad un’ampia scelta di possibilità. “Ti senti stanco? Senti pressione? Adesso hai bisogno di vero relax”. L’annuncio che riguardava il centro estetico di via Di Marco, utilizzava queste parole per invitare gli utenti a recarsi nei propri locali. “Il nostro centro massaggi – si legge in un italiano stentato – può portarti in Paradiso. Possiamo darti servizi buonissimi come i tuoi desideri. le ragazze sono orientali come nelle foto, ma non sono così, ancora più belle. Cosa aspetti? – continua – vieni subito, cerca e trova il tuo Paradiso”. E quel numero di telefono sarebbe stato digitato centinaia di volte dai clienti del centro benessere, i cui due titolari sono finiti in manette per sfruttamento della prostituzione in seguito al blitz dei militari dell’Arma che hanno colto sul fatto le quattro ragazze orientali tanto messe in evidenza negli annunci. Erano anche state pubblicate le loro fotografie.

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In arresto è finita anche una collaboratrice di ventidue anni che avrebbe aiutato la coppia di cinesi a portare avanti l’attività, che nell’ultimo periodo era rimasta chiusa, come raccontano i residenti della zona: “Circa un mese fa – racconta Pina Prestigiacomo, che abita in via Libertà – credevo avessero scoperto tutto -. I locali sono rimasti chiusi almeno per una settimana, ma poi hanno riaperto. Sinceramente, mi chiedevo da mesi perché nessuno intervenisse, ormai girava la voce, anche i miei figli lo sapevano: era evidente”. Ad insospettire, oltre il “look” delle massaggiatrici, era l’orario di chiusura del centro. “Luci accese fino alle 23 – dice Marcello Lo Muto – non si è mai visto un posto serio chiudere dopo le 19,30”. Quella di via Di Marco è l’ennesima casa d’appuntamenti, mascherata da centro massaggi, che viene scoperta in città. E, in poco tempo, è la seconda che viene a galla nel salotto di Palermo.

A febbraio, infatti, è stata arrestata la titolare un centro estetico cinese che aveva sede in via Siracusa. Come nel caso di via Di Marco, le tariffe variavano dai trenta ai cinquanta euro, a seconda dei “servizi” richiesti dal cliente dopo il massaggio. Business da centinai di migliaia di euro, insomma: basti pensare che i carabinieri hanno sequestrato più di seimila euro in contanti, oltre a tre telefoni cellulari e tre pc. Ma le indagini non si fermano qui, l’inchiesta ha come obiettivo, infatti, quella si svelare cosa si nasconde dietro altri centri massaggi del capoluogo e c’è già chi scommette sul quale sarà il prossimo: “Mia zia abita in via D’Amelio – dice uno studente che si sofferma davanti alla vetrina dell’attività di via Di Marco – e lì tutti dicono se ne trovi un altro. Non mi stupirebbe se fosse vero, ormai spuntano come i funghi”. E, in effetti, i centri benessere Made in China a Palermo sono ormai almeno centocinquanta, un’escalation dagli ampi volumi se si considera che soltanto quattro anni fa se ne contavano appena dieci in tutta la città”.

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24 Aprile 2013, 13:29

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