“Teatro Massimo alla deriva| Salta pure il balletto”

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07 Maggio 2013, 15:28

11 min di lettura

PALERMO – Riceviamo una lettera da parte di Luciano Cannito, ex direttore del corpo di ballo del Massimo, nel corso della quale vengono denunciati alcuni presunti sprechi all’interno del teatro. Cannito, inoltre, parla di una mancata comunicazione dell’annullamento del balletto “Romeo e Giulietta”, in programma il prossimo 20 giugno. Pubblichiamo integralmente.

Al Presidente della Fondazione Teatro Massimo di Palermo

Leoluca Orlando

E p.c.

Ministro per le Attività ed i Beni Culturali

Massimo Bray

Caro Sindaco Leoluca Orlando,

mi chiamo Luciano Cannito e per 7 anni sono stato il Direttore del Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo. Prima di tale incarico sono stato Direttore del Teatro San Carlo di Napoli ed i miei lavori sono stati rappresentati con successo in molti teatri del mondo, tra cui il Metropolitan di New York, La Scala di Milano, l’Orange County PAC di Los Angeles, il Place des Artes di Montreal, il Teatro dell’Opera di Roma, il Grand Theatre de Bordeaux, l’Opera di Tel Aviv, il Teatro Nazionale dell’Estonia, il Festival Roma Europa, il Teatro Comunale di Bologna, il Maggio Musicale di Firenze, il Teatro Nazionale di Taiwan.

Diversi giornalisti di danza mi stanno chiamando in questi giorni per intervistarmi sulla produzione del balletto “Romeo e Giulietta” programmata al Teatro Massimo di Palermo dal prossimo 20 giugno, così come riportato nel sito ufficiale del teatro e venduto a tutti gli abbonati del Massimo. In Italia e nel mondo, una produzione di Romeo e Giulietta non passa mai inosservata, perché è uno dei classici del balletto in assoluto più amati dal pubblico. In realtà questo balletto, a Palermo, quest’anno, non si farà più, ma dal Teatro Massimo nessuno mi ha contattato per dirmelo, nessuno ha reputato opportuno avvertire il pubblico, nessuno ha reputato opportuno avvertire la stampa ed i critici nazionali ed internazionali e solo pochissimi sanno cosa stia veramente accadendo al Teatro Massimo…

Io qualcosa la so.

Ricordo quando lo scorso ottobre lessi sui giornali alcune sue dichiarazioni sul mio conto fatte in occasione di una conferenza stampa. Ricordo che rimasi sconcertato sentendomi attaccato con giudizi ed affermzioni assolutamente non vere sul mio operato professionale, senza che io sia mai stato da lei convocato o chiamato per avere informazioni direttamente da me e non solo per sentito dire, senza un confronto. Ricordo che il mio sconcerto derivò soprattutto dall’uso della parola “legalità” che lei mise a cappello di tutta la conferenza stampa che riguardava la gestione del Teatro Massimo, quasi lasciando intendere che tutto ciò che era accaduto a Palermo prima della sua elezione, legale non lo fosse e in qualche modo lasciando quindi intendere o contrapponendo anche me ed il mio operato alla legalità.

Il mio sconcerto derivava dal fatto che quella parola è stata la mia unica direzione di vita che ho seguito con intransigente, assoluta ed inconfutabile dedizione.

Il mio sconcerto, caro Sindaco, brucia forte perché sono stato il primo ed unico Direttore del Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo che ha introdotto la trasparenza e la totale legalità nel rispetto delle regole del Contratto Nazionale dei lavoratori dello spettacolo, ha istituito per la prima volta le audizioni pubbliche e anonime e per 7 anni ha impedito pressioni di dubbia provenienza ed istituito le prime vere graduatorie che hanno permesso a molti giovani artisti danzatori di acquisire nel tempo dei diritti di anzianità, creando quindi le condizioni per cui quei ragazzi precari da anni che le chiesero una mano durante la sua campagna elettorale, poterono chiedergliela perché ne avevano la legale legittimazione (e tutti ricordano che lei una mano gliela promise eccome). Con la mia direzione questo Corpo di Ballo ha eseguito per la prima volta nella sua storia e nella storia della danza di Palermo, i grandi classici della storia del Balletto che erano stati in precedenza esclusivo appannaggio delle compagnie ospiti straniere, quasi si fosse trattato del teatro di una colonia africana dell’Ottocento. Sono stato solo io a denunciare la scandalosa abitudine di tanti Direttori miei predecessori di portare con sè i ballerini delle loro Compagnie private, facendoli ingaggiare e pagare dal Teatro Massimo ed utilizzando gli artisti del nostro Corpo di Ballo stabile come aggiunti o loro sostituti. Il mio primo atto di direzione nel 2005 fu appunto bloccare questa ignobile pratica. Le risparmio l’elenco lunghissimo delle etoiles internazionali del Balletto che hanno lavorato qui a Palermo per lunghi periodi con e per il nostro Corpo di Ballo e non solo di passaggio con le loro Compagnie. Da Carla Fracci a Leonid Sarafanov, da Irina Kolpakova alla nostra Eleonora Abbagnato, alla quale per primo aprii le porte del teatro invitandola e facendola tornare nella sua città ad esibirsi per la prima volta in assoluto al Teatro Massimo, il teatro della sua città.

Ebbene dopo aver creato e dato un’identità storica, professionale e una dignità al Corpo di Ballo del Teatro Massimo, lei, il Sindaco che ha investito tutta la sua vita a favore della legalità, invece di lodare ed apprezzare un esempio di correttezza professionale, deontologica ed istituzionale, mi ha additato pubblicamente sui giornali, accusandomi di essere la causa del mancato sviluppo di questo Corpo di Ballo senza dire perché, senza citare fatti o risultati ottenuti o mancati.

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Lei sa, caro Sindaco, che il ringraziamento per il lavoro da me svolto è stato un atto di epurazione di tipo bulgaro, nonostante avessi un regolare contratto che scadeva nel 2014. Mi è stato comunicato il licenziamento da un giorno all’altro. Senza spiegazione, senza preavviso, senza motivazioni. I miei diritti di lavoratore e di cittadino italiano sono stati calpestati con una indifferenza raccapricciante senza che neppure una voce ravvisasse in tale atto una pericolosa sopraffazione dello Stato di Diritto su cui la nostra Costituzione è basata. Le mie produzioni di balletto programmate, annunciate e vendute agli abbonati sono state e saranno cancellate senza neppure una telefonata a me e senza neppure una nota di giustificazione al pubblico del Teatro Massimo che le aveva acquistate in abbonamento. Produzioni come Romeo e Giulietta a cui mi riferivo prima, balletto creato a Palermo nel 2009, al Teatro Massimo per Eleonora Abbagnato, forse uno dei pochi spettacoli del Teatro a produrre utili superando i costi. Fu uno strepitoso successo, tanto che fu portato in tournèe al Teatro Bellini di Catania, per 10 recite tutte esaurite e con altrettanto successo. Proprio questo spettacolo era programmato dal prossimo 20 giugno, ma a quanto dicono sarà sostituito in fretta e furia con un’anonima produzione di Giselle di una sconosciuta compagnia russa. Strano che in tempi di ottimizazione dei costi si preferisca cambiare titolo in cartellone chiamando e pagando più di 50 persone da un’altra nazione, con relativi costi di viaggi, hotel, diarie, cachet, oltre a pagare i nostri ballerini del Corpo di Ballo stabili, i nostri aventi diritto e gli altri già scritturati fino a giugno proprio per Romeo e Giulietta, preferendo un esborso economico inspiegabilmente maggiore, ma per ottenere un risultato artistico non certo. Per sostituire, chissà perché, visto che nessuno lo ha spiegato, un grande titolo come Romeo e Giulietta, di sicuro successo e di cui il Teatro Massimo possiede di proprietà scene e costumi. Per non parlare di Vespri e Viva Verdi andati in scena negli Stati Uniti, all’Opera di Nizza e al Maggio Musicale di Firenze, già sostituiti nel sito web del teatro senza alcuna spiegazione al nostro pubblico. Infine il mio balletto Schiaccianoci, anche quello creato per il Teatro Massimo di Palermo, ma mai andato in scena a causa degli scioperi che cancellarono tutte le recite nel dicembre 2011. Questo balletto, programmato l’anno scorso al Teatro San Carlo di Napoli, incassò al botteghino più di 800mila euro e fu menzionato dal quotidiano La Repubblica tra gli spettacoli da non perdere ed come una delle migliori versioni di Schiaccianoci. Sono certo che il prossimo dicembre, quando finalmente si dovrà rappresentare a Palermo, sarà sostituito anche questo balletto.

Insomma un’intera stagione di balletti annunciata in pompa magna dall’attuale gestione del Teatro Massimo ed interamente cambiata senza degnare il pubblico della minima giustificazione e come nel caso di Romeo e Giulietta, spendendo un sacco di soldi inutili visto che ballerini, scenografie e costumi c’erano già con zero costi aggiuntivi.

Ma questa lettera aperta non riguarda affatto solo me, anche perché io sono un singolo artista e semplice cittadino che, come sappiamo, oggi conta pochissimo, soprattutto quando dalla sua bocca escono “bestemmie” come meritocrazia e impegno.

Il punto vero e unico di questa lettera è che la lotta per la sopravvivenza del Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo era stata da lei accolta e condivisa durante la sua campagna elettorale, tant’è che ancor oggi su internet ci sono video di suoi interventi in tal senso, articoli ed interviste con sue dichiarazioni alla stampa sull’importanza artistica e culturale del Corpo di Ballo del Teatro Massimo e di unanimi appelli di tutti i suoi collaboratori politici che ravvisavano in esso una risorsa culturale imprescindibile.

Ma, a quanto pare, l’unica conquista delle battaglie sindacali per il Corpo di Ballo è consistita nel mio allontanamento.

Dove sono quei posti di lavoro stabili promessi ai ballerini, motivo di scioperi, manifestazioni di piazza, proteste, spettacoli saltati, disagi sofferti da migliaia di spettatori?

A cosa è servito tutto ciò? A cacciare Cannito? E non sarebbe bastato chiedermelo o dirmelo prima e concordarlo insieme come si fa tra professionisti? E’ strano però, perché artisticamente con il mio lavoro continuavo ad avere un ottimo consenso di pubblico e di critica e chiunque faccia questo mestiere non dovrebbe avere altre finalità. Qualsiasi teatro del mondo chiede ad un Direttore Artistico del Corpo di Ballo unicamente di avere il teatro pieno, spettacoli di successo e buone critiche.

Cosa sta accadendo al Corpo di Ballo di Palermo? E’ vero quello che si dice nell’ambiente qui a Roma, che si sta tornando alla formula “colonia” delle compagnie straniere che vengono con gli spettacoli già pronti ed inseriscono come contentino i nostri pochi ballerini stabili rimasti nelle loro produzioni ? E poi pian piano quei pochi andranno in pensione e allora si apriranno tante succulente strade di compravendita spettacoli da agenti, distributori, intermediari…

E’ vero che non si parla più di stabilità, di concorsi per i ballerini e che addirittura il piano programmatico è quello di dismettere il Corpo di Ballo?

Perchè i sindacati che avevano perso tutto il fiato per urlare lo scempio della paventata fine del Corpo di Ballo del Massimo, ora sono silenti? Perché tacciono e non chiedono ciò che era stato loro promesso?

Perchè l’attuale gestione del Teatro Massimo ha risolto il problema del rilancio del Corpo di Ballo con il contentino di un contratto solo superiore di un paio di settimane a quello già preventivato prima del suo insediamento? Perché l’attuale gestione del Teatro Massimo sta iniziando ad addurre scuse di mancanza di fondi per l’effettivo rilancio del Corpo di Ballo ed ha drasticamente smentito qualsiasi tipo di assunzione precedentemente promessa? Non fu proprio la mancanza di assunzioni che portò alla lotta unanime dei sindacati ed all’occupazione del teatro per mesi, sfociata nel commissariamento del Teatro Massimo? Non fu una lotta contro la linea di rigore finanziario del precedente Sovrintendente Antonio Cognata ? Come è possibile che ora le risposte ai lavoratori siano le stesse di prima se lei, Presidente della Fondazione Teatro Massimo, non ha mai fatto mistero di condividere ed appoggiare pienamente le precedenti ragioni dei lavoratori, facendo leva sulla condivisione delle loro ragioni in ordine al diritto di essere assunti, per la sua campagna elettorale?

Sono certo, caro Sindaco Orlando, che manterrà la sua parola e farà in modo che l’organico del Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo torni ad essere la risorsa artistica e produttiva che lei, con illuminata chiarezza, ha affermato essere. Ovvio che per far ciò non esiste altra via che il riempimento della pianta organica del Corpo di Ballo, così come sancito dallo statuto della Fondazione e per la quale il Teatro Massimo di Palermo percepisce il finanziamento dello Stato italiano con i soldi di tutti noi contribuenti, inclusi tutti i genitori delle decine di migliaia di allievi delle scuole di danza della Sicilia e di Palermo, che non avrebbero alcun altro sbocco professionale di eccellenza sul territorio siciliano se non il Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo. In caso contrario i soldi dei contribuenti siciliani destinati alla produzione ed allo sviluppo culturale della danza in Sicilia, servirebbero a produrre e sovvenzionare le compagnie di balletto straniere invitate.

La chiusura del nostro Corpo di Ballo determinerebbe senza dubbio un ulteriore ostacolo per chi decide, in Italia, in Sicilia, di fare dell’arte e della cultura la propria vita e la propria professione, privando di motivazione e speranza per innumerevoli nostri ragazzi che oggi hanno un sogno ed una passione che li toglie dalla strada, che li sprona e che contribuisce a creare una categoria di donne ed uomini del domani con la cultura, la sensibilità e la determinazione che viene dalla disciplina, dall’impegno e dall’amore che l’apprendimento di un arte necessita.

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07 Maggio 2013, 15:28

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