Materiale chirurgico ritrovato a Villa Sofia| Sampieri: “Episodi ai limiti della legalità”

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30 Luglio 2013, 06:15

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PALERMO – Il reparto di chirurgia dell’Ospedale Villa Sofia, dopo gli ultimi fatti di cronaca che hanno riguardato lo scorso aprile il responsabile operativo del reparto del nosocomio palermitano Matteo Tutino, che trovò colla nella serratura del suo ufficio, torna a raccontare un caso dalle tinte fosche, stavolta legato a materiale sanitario mai dichiarato. Un’altra vicenda oscura che il commissario straordinario della struttura Giacomo Sampieri ha impugnato per accertare eventuali responsabilità interne.

A raccontare l’ennesimo episodio di malasanità è il segretario provinciale della Uil, Vincenzo Di Prima: “Dopo le intimidazione al chirurgo Tutino – dice – il clima nel nostro reparto è diventato abbastanza pesante. I fatti risalgono al 14 luglio quando la caposala Cristina Grappa trovò un armadio nel corridoio del reparto chiuso e senza chiave per poterlo aprire. La chiave alla fine dopo diverse ricerche saltò fuori e all’interno dell’armadio trovammo 20 kit per operare lo scafoide, viti per la ricostruzione cranio-facciale più alcuni set per osteotomie”.

“Ciò che ci colpì fu il fatto che il materiale sanitario ritrovato, del valore di svariate migliaia di euro, sia a Villa Sofia e successivamente anche nell’ambulatorio connesso al Cto rappresenta uno spreco di risorse economiche pubbliche gravissimo. Il materiale, scaduto e accatastato negli armadi, non risultava infatti transitato dalla farmacia e quindi la sua provenienza è sconosciuta”.

Per Di Prima le responsabilità per un tale spreco sono chiare: “Tale materiale probabilmente dev’essere stato recapitato direttamente in reparto confermando la totale anarchia gestionale di alcuni dirigenti medici, di certo consapevoli delle evidenti carenze tecnico amministrative nei sistemi di verifica e controlli incrociati. E’ incredibile come tanti pazienti in lista d’attesa debbano aspettare per essere operati spesso per mancanza di materiale che , in realtà, viene occultato”.

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“L’intervento della caposala Grappa, in tal senso, è servito a far luce su un sistema di approvvigionamenti di materiale sanitario costosissimo, certamente anomalo, su cui le autorità competenti ci diranno a cosa e a quali soggetti servivano e sopratutto a spese di chi. La nostra solidarietà, in quanto Uil Flp, nel lavoro del Commissario Sampieri è massima. Ci congratuliamo con lui per aver rotto gli indugi e aver avviato le procedure di contestazione consapevoli che per abbattere un sistema di complicità ci sia bisogno del sostegno di tutte le parti sociali”.

Ma all’interno degli armadietti, secondo quanto fa sapere Sampieri, è stato anche trovato del materiale che nulla ha a che vedere con la chirurgia plastica. “Sono stati rinvenuti farmaci, presidi e strumentario chirurgico che fanno pensare ad attività attinente a medicina e chirurgia estetica – afferma – e che, quindi, in quanto tale, nulla hanno a che vedere con la chirurgia plastica (ndr che è quella specifica del reparto in questione)”.

Il materiale, adesso, si trova nelle mani dei Nas ai quali spetterà verificare le responsabilità penali. “Abbiamo a che fare con tante piccole e grandi cose ai limiti della legalità sulle quali spetta ai Nas e alla Procura della Repubblica intervenire – continua Sampieri -. Io da commissario straordinario dell’azienda ospedaliera, ho intanto avviato tre commissioni d’indagine interna, vari provvedimenti disciplinari e la sostituzione di tutto il personale infermieristico del reparto di chirurgia”.

A detta di Sampieri, infatti, sono presenti elementi che potrebbero far pensare a delle possibili “connivenze” che devono essere ancora verificate. “Di sicuro qualcosa di strano c’è e questa è solo la punta di un iceberg – conclude-. Non ci fermeremo finché tutto non verrà a galla”.

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30 Luglio 2013, 06:15

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