Cronaca

Un pizzino a casa della sorella: così si è arrivati a Messina Denaro

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03 Marzo 2023, 08:31

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PALERMO – È il 6 dicembre scorso. I carabinieri del Ros stanno piazzando delle microspie a casa di Rosalia Messina Denaro, una delle sorelle di Matteo arrestata oggi. Scoprono un pizzino importantissimo all’interno della gamba di una sedia in alluminio.

La sorella del padrino, allora latitante, conserva un appunto nella casa di via Alberto Mario dove vive da sola a Castelvetrano. Non uno qualsiasi, ma la cronistoria della condizione di salute dell’imprendibile capomafia.

Matteo Messina Denaro diceva sempre che bisognava bruciare i pizzini dopo averli letti. Era una sua ossessione. Rosalia, che in casa chiamano Rosetta, non lo ha fatto. Un errore che costerà carissimo al fratello e a lei stessa.

Qualche tempo prima erano emerse indicazioni da alcune intercettazioni in cui si faceva riferimento, non nominando mai latitante, a patologie come “colite ulcerosa” e “morbo di Crohn”. Mai si parlava di tumore.

La svolta in quel pizzino apparentemente con annotazioni confuse, fotografato e rimesso a posto dai carabinieri del Ros per non essere scoperti. Poi si è capito che si trattava di un vero e proprio diario clinico.

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Rosalia annotava sul pizzino di volta in volta progressione della malattia, delle cure effettuate e delle condizioni fisiche del fratello con cui aveva un canale diretto e ancora misterioso di comunicazione.

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Da quel pizzino sono partite le indagini e si è giunti al geometra Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, che il 16 gennaio scorso aveva appuntamento alla clinica La Maddalena dove il capomafia è stato arrestato.

Una circostanza che spazza via l’idea che il boss si sia consegnato o abbia deciso di farsi arrestare. Il procuratore Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido hanno sempre parlato di una operazione di polizia chiara.

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03 Marzo 2023, 08:31

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