Maxi inchiesta sugli appalti del Cas | Blitz della Dia: arrestati funzionari e imprenditori

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18 Novembre 2014, 15:00

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MESSINA – La maxi inchiesta della Direzione investigativa antimafia arriva ai piani altissimi del Consorzio autostrade siciliano, colosso pubblico che gestisce le principali tratte autostradali isolane. Al centro del sistema svelato dagli investigatori c’è una cricca fatta di imprenditori e funzionari pubblici che avrebbero stretto un patto per spartire, sostanzialmente “a tavolino”, i principali appalti banditi dal Cas.

Tutti colletti bianchi gli arrestati ai domiciliari, a partire da Letterio Frisone, dirigente del Cas che avrebbe “ricevuto una tangente di 100mila euro e la ristrutturazione di una villa”, spiega il procuratore Capo di Messina Guido Lo Forte, in cambio del suo intervento per consentire l’aggiudicazione ad un cartello fatto di imprenditori non solo siciliani.

Gravissime le accuse dei magistrati Sebastiano Ardita e Guido Lo Forte che hanno affidato le indagini alla Dia guidata da Renato Panvino e Letterio Romeo. Otto imputati sono accusati, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, corruzione, induzione indebita e istigazione alla corruzione.

Il Procuratore Guido Lo Forte ha sottolineato la forte sinergia investigativa con la Dia guidata da Panvino, capocentro della Sicilia orientale che ha svelato possibili sviluppi giudiziari per alcuni documenti che sono stati sequestrati in queste ore nelle case di alcuni indagati.

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IL SISTEMA E GLI APPALTI. L’inchiesta è scaturita dalle verifiche, effettuate dalla Dia, sulla gestione della società Tecnogest, riconducibile a Antonino Giordano, dichiarata fallita su istanza dei magistrati. L’appalto per il servizio di sorveglianza attrezzata delle autostrade Messina-Catania, Siracusa-Rosolini e Messina-Palermo sarebbe stato “turbato”. Gli investigatori hanno rilevato che il dirigente del Cas Letterio Frisone e gli imprenditori Giacomo Giordano, Andrea Valentini, Francesco Duca, Giuseppe Iacolino, Rossella Venuto e Antonio Chillè, “di comune accordo”, avrebbero posto in essere una turbativa d’asta “concordando le offerte da presentare e le percentuali di ribasso”. Dopo l’aggiudicazione della gara Iacolino si sarebbe avvalso, quale amministratore unico della Eurotel, “della manodopera – scrive la Dia – e dei mezzi degli altri imprenditori che lo avevano favorito: il tutto con il placet del dirigente del Cas Frisone”.

Frisone avrebbe esercitato “indebite pressioni” insieme all’imprenditore Francesco Duca nei confronti dell’imprenditore Iacolino, amministratore della Eurotel Srl, aggiudicatario della gara d’appalto che era stata turbata. Iacolino, “confidando in futuri atteggiamenti di favore da parte del Frisone – scrivono gli investigatori – ha impiegato personale riconducibile all’impresa Del Duca”.

L’imprenditore Giacomo Giordano è accusato di istigazione alla corruzione nei confronti di Marco Sbrenni, dirigente della Aeroporti di Roma Spa, perché, “nella veste di preposto alla gestione dell’appalto per l’espletamento del servizio di pulizia svolto dalla “Meridional Service S.r.l.” presso l’aeroporto “L. Da Vinci” di Roma Fiumicino, aveva offerto allo Sbrenni buoni benzina “ENI” per un importo di 500,00 euro, al fine di ottenere riduzioni sulle penali contrattualmente previste in caso inadempienze, offerta che veniva rifiutata dallo Sbrenni”.

Ettore Filippi Filippi, consigliere del Cda della fondazione Irccs Politecnico San Matteo di Pavia, avrebbe esercitato “induzione indebita all’assunzione di personale” nei confronti dell’imprenditore Giacomo Giordano. Filippi Filippi avrebbe costretto Giordano ad assumere un romeno nella Meridional Service Srl, appaltatrice del servizio di pulizia nell’ospedale di Pavia, “prospettando, in caso contrario, conseguenze contrattuali pregiudizievoli”.

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18 Novembre 2014, 15:00

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