01 Giugno 2012, 20:27
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Frode fiscale, truffa e riciclaggio nel mercato delle auto di lusso. Questi i reati contestati ad un’organizzazione criminale che tra Palermo, Ferrara e Bologna aveva creato una rete per l’acquisto di auto di lusso in Germania, dove si trovava un gruppo di siciliani capeggiati, secondo gli inquirenti, da Vito Lo Piccolo, finito in carcere con l’accusa di riciclaggio. Le indagini dell’operazione “Dirty Renting”, durate più di due anni, hanno infatti confermato il ruolo fondamentale, nella “catena”, del siciliano: sarebbe infatti stato il punto di riferimento dell’organizzazione che vendeva le auto in Italia evadendo l’iva, sfruttando un buco nella “maglia legislativa”.
In pratica, non veniva pagata la tassa per i casi di noleggio. Si tratta di più di 400 automobili di grossa cilindrata vendute come se fossero utilitarie: la guardia di finanza di Ferrara ha arrestato anche Francesco Sbarro, organizzatore della truffa che ha portato alla denuncia di ventidue persone, di cui molte ferraresi. E così, Porsche, Bmw e Mercedes venivano raccolte oltralpe dal gruppo di uomini siciliani, ma di tutto l’iter italiano si sarebbe occupato Sbarro, già imputato nel processo “Automec”.
Alla base della truffa c’è la gestione delle “cartiere”, ovvero società inesistenti intitolate a dei prestanome, dei rapporti con le agenzie conniventi del Mantovano che effettuavano l’immatricolazione, dei contatti con le officine – a Bologna e a Palermo – che manomettevano i contachilometri, anche azzerandoli del tutto. Oltre a Sbarro sono stati disposti gli arresti domiciliari per altri tre ferraresi che collaboravano con lui: R. P di 43 anni, T. S. di 51, B. P di 58. Altri diciotto i denunciati. Sotto sequestro, due immobili e di una tabaccheria, di quote societarie e conti corrente bancari.
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01 Giugno 2012, 20:27