Medici accusati di peculato| In tre patteggiano, 4 a giudizio

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27 Ottobre 2014, 17:04

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PALERMO – Alcuni medici hanno scelto di evitare il processo patteggiando la pena. Altri nel processo dovranno difendersi dall’accusa di peculato. Secondo la ricostruzione della Procura, gli imputati avrebbero dichiarato solo una piccola parte di quanto guadagnavano con visite e interventi di chirurgia plastica in regime di intramoenia allargata, sottraendo migliaia di euro allo Stato. Gli interventi furono eseguiti nel centro estetitco privato Ippocrate, poi finito al centro di un altro scandalo perché privo di autorizzazione.

Il giudice per l’udienza preliminare Nicola Aiello di Palermo ha rinviato a giudizio quattro medici degli ospedali Policlinico, Civico e Villa Sofia. Si tratta di Salvatore D’Arpa, Daniele Burrascano, Francesco Mazzola e Dario Sajeva. Il dibattimento comincerà il 12 gennaio. Hanno invece patteggiato Bartolo Corradino (due anni), Salvatore Fortezza (un anno e otto mesi) e Saverio Aquilino (un anno e mezzo).

Secondo il pubblico ministero Maria Teresa Maligno, i chirurghi plastici Corradino, D’Arpa, Fortezza, Mazzola e Sajeva avrebbero eseguito interventi di mastoplastica additiva o rinosettoplastica guadagnando tra i seimila e i mille euro a operazione dichiarando di averne ricevuti solo una piccola percentuale o indicando nel documento fiscale altro tipo di intervento. L’anestesista Aquilino avrebbe, invece, eseguito prestazioni mediche in giorni in cui risultava malato, mentre il suo collega Burrascano avrebbe percepito somme mai dichiarate. “Dimostreremo in dibattimento l’estraneità alle accuse”, dicono i legali degli imputati inviati a giudizio.

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I nomi di Mazzola e Sajeva, in questi mesi, sono circolati sulla stampa per la vicenda della nomina di Matteo Tutino a primario della Chirurgia plastica di Villa Sofia. Qualche mese fa il Tar si dichiarò incompetente e Tutino, poi finito sotto indagine per alcuni presunti interventi irregolari dal punto di vista amministrativo, è rimasto alla guida del reparto. A presentare il ricorso furono proprio Mazzola e Sajeva, ma il Tribunale amministrarivo regionale stabilì che deve essere il giudice ordinario a trattare la delicata questione.

 

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27 Ottobre 2014, 17:04

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