Medici “schedati” con criteri politici | “C’è un problema con la scienza”

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08 Gennaio 2019, 16:54

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La notizia si è appresa ieri e ha fatto tanto discutere. La “schedatura” per vicinanze politiche dei membri del Consiglio superiore di Sanità, che il ministro della Salute, la grillina siciliana Giulia Grillo, ha deciso di azzerare a dicembre, sarebbe stata contenuta in documento diffuso in una chat dei membri delle commissioni Affari Sociali e Sanità di Camera e Senato. Lo schema riassumeva vecchie appartenenze politiche, candidature a elezioni, matrimoni e persino la circostanza di aver operato Silvio Berlusconi.

Tra i membri uscenti del Consiglio segnalati nel documento anche il siciliano Elio Adelfio Cardinale, già presidente della Società italiana di Radiologia, professore emerito di Radiologia a Palermo, dove per dieci anni è stato preside della facoltà di Medicina, oggi presidente della Società italiana di storia della Medicina. Dettagli rispetto al suo matrimonio con Anna Palma, magistrato in passato nello staff di Renato Schifani. Su questo si è appuntata l’attenzione dei pentastellati.

Professore, come ha appreso di questo documento?

“La notizia l’ho appresa da un giornalista. Premesso che è nei poteri del ministro cambiare un organo si sua consulenza, certamente però in campo scientifico vale molto di più la competenza rispetto a una presunta fedeltà politica. In questo consiglio c’erano persone di grande valore, e tutti noi abbiamo lavorato senza una lira di compenso”.

Come valuta questa vicenda?

“Qui c’è un problema più ampio di rapporto tra scienza e cittadinanza. La scienza non va a seconda della vicinanza politica ma a seconda della base delle risultanze scientifiche. Posso comprendere il volere cambiare, nessuno si ritiene insostituibile, però, secondo me l’analisi da fare doveva essere legata alla competenza, al valore professionale, scientifico, del ricercatore”.

E secondo lei quali dimensioni ha questo problema ‘più ampio’ a cui si riferisce?

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“Il problema fondamentale che vedo da cittadino, non da ricercatore, è il valore dell’indipendenza scientifica. Anche perché sembrano piuttosto stiracchiate queste presunte appartenenze politiche. Magari poi si indagherà sui cugini, sui nipoti, non so. Io mi vanto di avere avuto solo una tessera di partito, 40 anni fa, quella del Partito Repubblicano Italiano, quando Ugo La Malfa mi onorava della sua amicizia. Da allora non ho avuto tessere, mi ritengo indipendente, sono un tecnico al servizio della comunità. Il ministro ha detto che non è stata lei a chiedere queste informazioni, chiamiamole socio-politiche, che non credo abbiano molto valore rispetto alle sue decisioni, che ripeto sono legittime”.

Ma perché a suo parere si è creata una frattura tra scienza e cittadinanza?

“Il rapporto fra scienza e popolazione civile si è rotto da tempo. Non è certo un problema legato a questa vicenda. Si dovrebbe mettere in atto quella che alcuni chiamano la terza cultura, il rapporto tra scienza e comunicazione, con un linguaggio semplice e divulgativo. Mi ha fatto piacere che il professore Mantovani, uno dei più grandi scienziati d’Italia, abbia detto che va spesso nelle scuole a spiegare le evidenze scientifiche. La divulgazione è molto difficile perché significa spiegare con linguaggio semplice cose difficili. Ci sono state vicende come il caso Stamina, è assurdo che ci siano ancora cialtroni che godono di credulità”.

Pensa che ci sia un problema legato a questo governo o al Movimento 5 Stelle?

“Guardi, non siamo come sostengono alcuni all’inizio di una dittatura, altrimenti questa intervista non la potremmo fare. Ma c’è un pericolo più generale che vale per il futuro dell’Italia, quello del rapporto tra scienza e popolazione civile. Quanto a questa vicenda, mi permetta una battuta: sono dispiaciuto ma ‘compiaciuto’ di esser stato paragonato da qualcuno a Galileo Galilei”.

 

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08 Gennaio 2019, 16:54

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