Mercadante parla da uomo libero:| “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia”

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22 Febbraio 2011, 19:17

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C’è un solco nella vita di Giovanni Mercadante. Un vuoto lungo 5 anni cominciato la mattina del 10 luglio 2006. Quel giorno Salvatore Cuffaro era presidente della Regione da poco più di un mese; l’Italia non aveva minimamente idea di cosa fosse Facebook; e per le strade di tutto il Paese la gente continuava a festeggiare la nazionale azzurra diventata campione del mondo la sera prima. Il solco nell’esistenza dell’ex deputato regionale di FI si interrompe alle 20.33 di ieri, 21 febbraio 2011. Raffaele Lombardo è il governatore dell’isola da tre anni; i social network monopolizzano le giornate di tanta gente; e Giovanni Mercadante è un uomo libero.

Dottor Mercadante, qual è stata la prima cosa che ha pensato dopo la sentenza?
“Ho pensato che finalmente giustizia è stata fatta. Ho pensato che dopo tanti anni è stata fatta luce su una vicenda in cui l’impianto accusatorio era fondato  esclusivamente sulle dichiarazioni di pentiti. Ho pensato che il mio incubo, dopo tanti anni, fosse giunto al capolinea”.

C’è stato un momento in cui ha pensato “non ce la faccio”?
“Mai. Ho sempre nutrito una profonda fiducia nei confronti della magistratura, e sapevo che prima o poi la giustizia avrebbe vinto. Certo, dopo la condanna a 10 anni in primo grado non nascondo che vissi un momento particolarmente difficile, ma sono riuscito a superarlo anche grazie all’aiuto della mia famiglia”.

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Ecco, parlando della sua famiglia, che ruolo ha avuto in questa storia?
“Sapevo già da prima di poter contare su una famiglia molto solida; ma da una vicenda così amara ho potuto rafforzare la consapevolezza di avere al mio fianco persone straordinarie, unite, che non mi hanno abbandonato mai, neanche per un attimo”.

Oggi, per la prima volta dopo cinque anni, ha avuto modo di affrontare di nuovo il mondo. Come lo ha trovato? Cos’ha provato incrociando lo sguardo della gente?
“Sono uscito presto stamattina, ho potuto riassaporare l’aria bellissima della città. Ho girato senza fermarmi neanche per un minuto. Per certi versi non l’ho trovata molto diversa. Per altri sì. Ciò che più mi ha colpito, però, è stato lo sguardo delle persone. In quegli occhi ho trovato tanto affetto. Tanta solidarietà da parte di quanti non hanno mai dubitato della mia reale posizione. E a loro va il mio personale ringraziamento”.

Cosa farà adesso?
“Conformemente alla mia età, e alle mie forze, auspico soltanto di poter tornare alla mia vita normale, e alla mia attività di radiologo”.

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22 Febbraio 2011, 19:17

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